CAPODANNO 2025
Teatro La Fenice - Rai 1 (diretta tv)
PROGRAMMA
Gioachino Rossini
La gazza ladra: sinfonia
Ruggero Leoncavallo
Pagliacci: «Din, don, suona vespero»
Giacomo Puccini
Tosca: «Recondita armonia»
La bohème: «Donde lieta uscì»
Ermanno Wolf-Ferrari
I quatro rusteghi: intermezzo
Georges Bizet
L’Arlésienne suite n. 2: Farandole
Charles Gounod
Roméo et Juliette: «Je veux vivre dans le rêve»
Giacomo Puccini
Turandot: «Nessun dorma»
Georges Bizet
Carmen suite n. 2: Danse bohème
arrangiamento di Ernest Guiraud
Giuseppe Verdi
Nabucco: «Va, pensiero, su l’ali dorate»
Giacomo Puccini
Turandot: «Padre augusto»
Giuseppe Verdi
La traviata: «Libiam ne’ lieti calici
INTERPRETI
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Direttore Daniel Harding
Maestro del Coro Alfonso Caiani
soprano Mariangela Sicilia
tenore Francesco Demuro
*****
Anche il programma del prossimo Concerto di Capodanno dal Teatro La Fenice, in diretta su Rai 1, conferma la svogliatezza, scarsa fantasia, ed anche la 'noia' di Fortunato Ortombina, all'ultimo suo capodanno veneziano, giacché a metà dicembre parte per La Scala. E, dulcis in fundo, anche 'insicuro', altrimenti perchè non avrebbe mai nominato un collaboratore e neppure un direttore musicale (dell'orchestra) con cui condividere le scelte artistiche e di programma?
Ortombina l'ho conosciuto e frequentato per oltre dieci anni in occasione del Concerto di Capodanno, che la Rai mi aveva incaricato di seguire nella formazione del programma ed anche nella chiamata degli interpreti - compito quest'ultimo che sarebbe spettato a lui in esclusiva, una volta formulato il programma. Ho dovuto faticare moltissimo ogni anno per difendere la identità ormai netta ed affermata del Concerto, nel suo programma, soprattutto da Ortombina, e qualche volta anche da Chiarot, specie nell'ultimo anno di collaborazione, quando dissi a Chiarot in tutte le lingue che il brano che lui aveva commissionato a Giorgio Battistelli, da posizionare in apertura di programma, non era idoneo. Da quel momento, per la mia colpa presunta di lesa maestà, la mia collaborazione decennale a quel concerto terminò.
Con il risultato che gli ascolti sono lentamente scesi di oltre 1 milione e 500.000, pur dichiarandosi la Rai contenta di un concerto che era intorno ai 3 milioni di telespettatori, ma dimenticando - volutamente, che altro fare? - che negli anni della mia collaborazione gli spettatori erano sempre intorno ai 4.500.000, e molte volte hanno anche superato questa soglia.
Il programma di quest'anno, diretto per l'ennesima volta da Harding - Ortombina è così svogliato che non ha interesse a trovare un direttore diverso ogni anno - si apre con la sinfonia da La gazza ladra di Rossini ( si aprì con questa stessa sinfonia anche il primo Concerto di Capodanno, 2004, diretto da Maazel), con la quale ancora Harding aprì il suo concerto veneziano nel 2015.
Ma la svogliatezza e la totale mancanza di fantasia di Ortombina si evince anche dalla presenza quasi costante di certi brani, che non sono quelli conclusivi ( Va Pensiero e Libiam) che stanno benissimo dove stanno, come ad esempio il Nessun dorma che, negli ultimi 5 anni, dal 2021 in poi, non è mai mancato.
Tralascio di dire della presenza di Gounod ( Je voeux vivre dans le reve) ed anche di Bizet ( Carmen suite n.2 e Artlesienne , Farandole), perchè per quanto mi sforzi non ne capisco le ragioni della presenza nel programma. Balletto? Forse. Meglio l'intermezzo da I quattro Rusteghi di Ermanno Wolff-Ferrari, per un radicamento 'veneziano' del concerto - auspicato da Cacciari sindaco.
E vengo alla grande novità introdotta da Ortombina, dopo la fine della mia collaborazione. Per distinguersi e metter la sua firma riconoscibile sul programma ha introdotto un terzo 'pezzo d'obbligo', Padre augusto (Turandot), situandolo fra i due pezzi d'obbligo finali, per fare che cosa, specie quando in programma c'è già Nessun dorma, davvero non mi riesce ancora di capire, oltre che per distinguersi
Ogni anno, scommettendo, ho anticipato il risultato perdente del concerto in termini di share e audience, azzeccandoci quasi sempre. Il criterio da me adottato era sempre quello di quanta svogliatezza, tristezza, scarsa fantasia e anche un pizzico di noia, Ortombina era riuscito a metterci . In un concerto che lui non ha mai sentito come 'suo', del quale non sopportava di condividere con me la responsabilità, e del cui successo, quando si seguiva il mio criterio di formulazione del programma, è stato sempre geloso ed anche invidioso.
Ad Ortombina auguro che la Scala dia più sicurezza e all'amatissimo Concerto di Capodanno, inventato per la Fenice e Rai 1 da Anna Elena Averardi, e da me per oltre un decennio seguito da vicino, che non finisca in mani ancor più svogliate ed annoiate ( ed anche un pò incompetenti, perchè non dirlo?) e dunque sacrileghe quali quelle di certi nomi che si fanno, purtroppo, per la successione ad Ortombina nel teatro veneziano.
(Pietro Acquafredda)
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