martedì 5 dicembre 2023

Carrara. Carmi e Mudac: visitatori cercansi. Gestione cultura sconfortante, accusa il consigliere Simone Caffaz (da La Nazione)

 


"Cultura, gestione sconfortante". Caffaz attacca sui numeri dei musei
"Cultura, gestione sconfortante". Caffaz attacca sui numeri dei musei

Sconfortanti i numeri della cultura. Li snocciola il consigliere di opposizione Simone Caffaz che in un documento parla di "meno di 6 visitatori al giorno al Carmi, al Mudac appena uno".

Poi Caffaz sottolineando il disastro di Gea Dazzi e della dirigente Cinzia Compalati sottolinea come l’Università del tempo libero non sia ancora partita e registri un quarto degli iscritti del periodo storico".

Pur stabilendo che nelle iniziative culturali il numero di visitatori non è certo l’unico parametro, Caffaz parla di un "contesto sconfortante". "Partiamo dal Mudac, che nel periodo oggetto di attenzione è stato visitato complessivamente da 1934 persone, di cui soltanto 295 paganti per 273 giorni di apertura. La media è di quindi 1,08 visitatori paganti al giorno. La grande sproporzione tra paganti e visitatori è dovuta alle scuole e alle inaugurazioni e agli eventi gratuiti. È andata appena meglio al Carmi che nei primi dieci mesi dell’anno ha raccolto 3118 visitatori, di cui 1632 paganti. La media in questo caso è di 5,98 visitatori". Caffaz sottolinea poi la chiusura del Museo del marmo "per supposta inagibilità".

"Numeri sconfortanti, con investimenti che non hanno portato alcun beneficio alla città". Non volendo attribuire ogni responsabilità a questa amministrazione, il consigliere parla di "un sistema museale concepito male e realizzato peggio". "Da anni diciamo che la Padula dovrebbe aprire all’arte contemporanea e che il Carmi non ha senso: nessuno verrà a vedere Michelangelo virtuale quando può vedere quello reale a Firenze. Il Mudac non è pervenuto. Sono questi i risultati di una classe politica miope e che non ha la struttura culturale né l’impulso politico per amministrare. Quello che la nuova amministrazione ha aggiunto rispetto a chi l’ha preceduta è l’incapacità di rilanciare queste strutture, in assenza di un progetto culturale complessivo e anche la patologica difficoltà nel gestire la gestione ordinaria".

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