Davide contro Golia è un mito caro a chi ama le imprese al limite dell'impossibile. In Russia Davide ha il volto avvenente e di luce diafana di una giornalista e politica locale, Yekaterina Duntsova.
Mercoledì ha ufficializzato la sua candidatura: è stata scelta da un gruppo di 521 persone; la legge elettorale russa richiede almeno 500 sostenitori se la candidatura non è appoggiata da un partito.
Quarant'anni, madre di tre figli, residente nella città di Rzhev, a circa 200 chilometri a ovest di Mosca, e favorevole alla pace in Ucraina. Mercoledì Duntsova ha deciso di tentare l'impresa: disarcionare il lìder maximo Vladimir Putin, in corsa per il quinto mandato presidenziale alle elezioni del 17 marzo 2024.
La giornalista deve ora attendere la convalida del Comitato elettorale centrale prima di passare alla raccolta delle 300mila firme, necessarie per proseguire la corsa alla presidenza.
Il momento per scendere in campo è forse quello giusto: si incrina infatti l'appoggio dei russi alla guerra e la congiuntura economica non è tale da rendere appetibili altri sei anni di amministrazione Putin.
"Voglio che la gente capisca che il potere può essere rimosso - scrive la giornalista sul suo sito web - voglio che si capisca che una cosa del genere è possibile, in linea di principio".
Presidenziali russe, Duntsova: "Prigionieri politici subito liberi"
Il principale obiettivo politico di Duntsova è il rilascio di tutti i prigionieri politici.
L'outsider si è espressa anche favore della fine della guerra in Ucraina attraverso i negoziati.
"Non sono una sostenitrice della responsabilità collettiva - dice - Nessuno ci ha chiesto niente. Si dice che le persone che sono state richiamate per combattere in Ucraina stiano facendo il loro dovere. Ma per le famiglie, nella maggior parte dei casi, è una tragedia. Sono lasciate sole, le donne devono mantenere la famiglia. È tutto molto complicato e la fatica è palpabile. Vediamo le donne dei mobilitati scendere in piazza con i cartelli. Ma non tutte sono disposte a parlarne apertamente" dice la giornalista.
I rischi di candidarsi come avversaria di Putin
Yekaterina Duntsova tratteggia una possibile "Russia pacifica e dal volto umano", che si emancipi dalla decennale centralizzazione del potere e dalla continua repressione del dissenso.
È consapevole dei rischi soprattutto in quanto potrebbe diventare un punto focale del sentimento anti-Putin e un punto di riferimento per gli oppositori dell'attuale presidente.
Per Duntsova, passare al secondo turno sarebbe già una vittoria (accade se nessun candidato raggiunge il 50% dei voti espressi), una crepa evidente nel muro di propaganda che vuole Putin in cima alle incontestabili preferenze dei russi.
Secondo Andrei Davydov, coordinatore del progetto Our Headquarter, che sostiene Yekaterina Duntsova, il tentativo potrebbe non risultare vano: "È l'unica candidata donna, è l'unica candidata che non è coinvolta e che non ha, diciamo, un passato di lavoro nel governo".
Nessun commento:
Posta un commento