"In Italia ancora c'è da fare un grande cambiamento. L'Unesco ha riconosciuto il canto lirico italiano come patrimonio dell'umanità" ma "noi ci troviamo con una classe dirigente musical-culturale che massacra l'opera lirica. Trovo che sia uno scandalo che, per esempio, in Turandot vengano stravolte le scene e riscritta la trama, quando invece è una storia che dovrebbe essere approfondita ed esaltata dal regista". Lo ha detto Alberto Veronesi, direttore d'orchestra e presidente del comitato delle celebrazioni pucciniane presso la Presidenza del Consiglio, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica "Primo Piano" dell'agenzia Italpress.
"La tutela di questo patrimonio - ha continuato - parte dalla classe dirigente del Paese che, dal punto di vista culturale, va cambiata e migliorata. La legge che ha istituito i teatri italiani come enti lirici aveva istituito la figura del direttore artistico come un rinomato musicista. Arrivavi a guidare uno di questi grandi enti lirici finanziati dallo Stato con un curriculum, con una forza, non perché sei amico del sindaco o perché sei dello stesso partito. Questa rivoluzione del merito va fatta a maggior ragione oggi, dopo che è stata tolta questa figura negli anni '90 con la riforma che ha istituito le fondazioni liriche".
Per Veronesi "è molto importante conoscere la parte economica, cioè avere un vissuto manageriale, però poi ci vuole una distinzione dei due ruoli. Un conto - ha proseguito - è il direttore generale, colui che fa andare bene la struttura per quanto riguarda i conti, un altro è il direttore artistico che deve essere un rinomato musicista".
A luglio di quest'anno Veronesi, per protesta, ha diretto bendato la Bohème in un allestimento ambientato nel '68. "Sono riuscito a dirigere, nonostante la benda un po' stretta. L'opera - ha continuato - non ha bisogno di essere vista. Perché i dirigenti dei teatri sono costretti a politicizzare l'opera? Perché sono lì per ragioni politiche". Cosa ha prodotto la protesta? "Tutti cominciano a parlare e porsi il problema del rispetto del testo", ha spiegato. "Stiamo parlando di autori che sono morti" e "non possono difendersi". "Oggi - ha aggiunto - c'è questo sport di distruggere".
Per il direttore d'orchestra occorre, quindi, "riportare il merito a dirigere i teatri". "I teatri devono tornare a diffondere l'arte musicale - ha evidenziato - e formare i quadri artistici. Queste due cose non vengono più fatte perché non viene diffusa l'arte musicale ma una sua interpretazione e non vengono più formati i quadri artistici. Gli artisti vengono dall'estero perché in Italia non c'è più la formazione. Quanti violoncellisti freelance ci sono da Napoli in giù? In tutto il Mezzogiorno sono 11 o 12. Dobbiamo tornare a formare i quadri artistici dando una prospettiva di lavoro. Perché devi spendere milioni di euro per fare un allestimento che devasta l'opera e non hai i soldi da dare a un'orchestra di giovani del Mezzogiorno italiano? Dobbiamo tornare ai fondamentali. Penso che questo governo guidato da Giorgia Meloni - ha detto - sia un governo che finalmente fa andare il Paese dalla parte giusta perché non va verso un'ideologizzazione".
Sul piano politico, Veronesi è un sostenitore di Fratelli d'Italia. "Sono anche iscritto al partito", ha detto. Però ha anche un passato con il Partito Democratico. "Qualcuno - ha evidenziato - mi ha accusato che seguo il potere. È il potere che ha seguito me perché sono passato a destra quando la sinistra stravinceva dappertutto".
"Da un punto di vista generale - ha poi affermato - oggi è il centrodestra che porta avanti le istanze dei lavoratori, delle masse, del benessere. La sinistra ormai è elitaria e pensa solo ai diritti dei gay: difende diritti dei gay che ci sono già, è contro il fascismo che non c'è", ha aggiunto ricordando il loggionista che ha gridato "Viva l'Italia antifascista" al teatro alla Scala. "Quali sono le tue battaglie? Battaglie che non esistono: difendi diritti che già ci sono e sei contro qualcosa che non c'è", ha affermato.
Nel Paese è in corso una trasformazione culturale. "Quello che sta succedendo adesso è un cambiamento graduale della classe dirigente culturale", ha detto Veronesi, parlando anche di "rivoluzione del merito". "È una cosa che prenderà un po' di tempo - ha aggiunto - ma che Sangiuliano sta realizzando in maniera determinata. Questo è il futuro di speranza per i tantissimi in Italia che hanno merito, sono bravissimi e hanno grande talento ma non hanno spazio".
Quali sono gli obiettivi per il prossimo anno? "Ho una tournée in Giappone - ha spiegato - dove dirigerò La traviata con artisti molto validi. Poi ho una tournée in Cina dove ci saranno concerti sinfonici incentrati sulla lirica e altri progetti - ha concluso - che riguardano alcune orchestre italiane".
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Alberto Veronesi in questa intervista a Claudio Brachino dice anche cose giuste, come ad esempio quella sui direttori artistici quasi del tutto assenti nei teatri, a cominciare dalla Scala. Come anche sulla scarsa attenzione della politica verso la cultura.
Poi, però, con quella benda, troppo stretta sugli occhi, che porta ancora da quest'estate, non riesce a vedere cosa accade nel paese governato dalla destra, alla quale anche pubblicamente egli ha aderito, dopo aver circumnavigato il mare magnum dei partiti, in cerca di chissà quale appagante approdo, non essendogli riuscito, come voleva, quello musicale.
La rivoluzione del merito dove la vede Veronesi? E Sangiuliano che sta facendo bene anzi benissimo,? Veronesi è cieco, perchè non vede il disastro che ha combinato al San Carlo di Napoli, d'accordo e dietro suggerimento della Meloni.
Con quel suo inutile 'credo' politico: prima gli italiani, sempre e comunque, ci sembra mandi all'aria la sua professione della necessità del merito, come metro di giudizio. Vogliamo parlare della attuale classe dirigente al governo? Meglio tacere.
A Veronesi sta bene il piedistallo ( traballante, ma Sangiuliano chiude gli occhi come lui) sul quale sul quale Meloni e Sangiuliano hanno messo Beatrice Venezi, campione di inesperienza nella direzione d'orchestra? E in Rai sta vedendo Veronesi cosa sta facendo questo governo? La ritiene ed amministra come una sua proprietà. L'hanno fatto tutti, ma questo Governo lo sta facendo più e peggio di tutti.
Perciò il credito che Alberto Veronesi dà a questo governo lo attribuisco solo a quella benda sugli occhi che non gli permette di vedere. Ma anche di sentire?
(Pietro Acquafredda)
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