venerdì 29 dicembre 2023

Caro Alessandro Gnocchi il successo di Beatrice Venezi puoi decretarlo solo tu che non capisci di musica. Oltre che attestare il suo 'antifascismo', dimenticando la sua storia familiare e personale ( da Il Giornale). Nostro commento, anzi controcanto

I successi di Venezi e i danni dell'"antifascismo"
I successi di Venezi e i danni dell'"antifascismo"

Quando si dice «il fascismo degli antifascisti», oltre a Pier Paolo Pasolini che rese celebre l'espressione, vengono in mente storie come quella del direttore d'orchestra Beatrice Venezi.

In questi giorni ha compiuto una trasferta di grande successo in Francia, all'Opera di Nizza. In cartellone, il balletto Giselle di Martin Chaix ( è il coreografo non l'autore di Giselle che prima di tutto è una musica; e poi solitramente - ma tu non puoi saperlo - per il balletto si scritturano direttori di terza e quarta fascia ndr), dal 21 dicembre a oggi, e il concerto del primo gennaio 2024, con valzer degli Strauss e un'incursione nel repertorio di Amilcare Ponchielli. Oltre diecimila presenze e molti applausi.

In mezzo al pubblico, una minoranza ha trovato però il modo di accusare il direttore d'orchestra. Qualche sindacalista della Cgt, l'equivalente della Cgil, ha volantinato contro «il direttore d'orchestra neofascista». Evidente il sottotesto: Venezi ha accettato un incarico dal governo «di estrema destra» presieduto da Meloni; e non appoggia l'agenda woke, essendosi dichiarata più affine a valori tradizionali come Dio, patria e famiglia.

( a me interessa meno che sia fascista o antifascista, per questo dovrà vedersela con l'opinione pubblica, a me importa che è falso il suo successo da direttrice d'orchestra, perchè lei è mediocre, ndr)

Sorge una curiosità. Ma i sindacalisti francesi dove sono andati a raccogliere informazioni sulla Venezi? Probabilmente sui giornali italiani che gridano al fascismo da quando la destra ha vinto le elezioni nel settembre 2022. Un atteggiamento irresponsabile: i pochi nostalgici sono figure grottesche oltre che minoritarie. Prima doveva esserci il Ventennio berlusconiano. Non accadde nulla. Adesso tocca al Ventennio meloniano. E non sta succedendo niente. Ma gli editorialisti continuano a dare l'allarme.

 (Ad Alessandro Gnocchi evidentemente non risulta che suo padre era dirigente nazionale di Forza Nuova. Più fascista di così, la sua famiglia, che anche oggi gravita pubblicamente nell'ambiente di destra? ndr)

La cultura italiana è sempre stata al servizio della sinistra: il conformismo ce l'ha nel Dna. Oggi è inammissibile non sottomettersi ai dogmi del politicamente corretto. Essere di destra senza vestire la camicia nera è una cosa normale ma incomprensibile per l'opinionista medio, che sembra non aver avuto notizia dell'esistenza dei liberali e dei cattolici. Anche se sono citati già nei libri di storia delle scuole medie.

Il fascismo degli antifascisti è contagioso. A furia di attribuire etichette surreali, i nostri intellettuali danneggiano l'immagine dell'Italia. Qualche cretino pronto ad accogliere accuse cretine si trova sempre.

Quando poi si tratta di esibire il proprio antifascismo, la fila dei cretini è quasi infinita. I cretini non riescono a capire che non basta dichiararsi antifascisti per appartenere alla famiglia democratica e liberale. È necessario dichiararsi anche anticomunisti, altrimenti la lotta per la libertà è puramente immaginaria. L'antifascismo, senza anticomunismo, è un guscio vuoto perché non prevede la tolleranza e non accetta il confronto.

 (Caro Alessandro, ma ancora con questi argomenti? non sono da te che hai la responsabilità delle pagine culturali di un giornale, per il quale anche io ho lavorato per oltre dieci anni, ndr)

In realtà, gli obiettivi del fascismo degli antifascisti sono più meschini. Fingere che i nemici politici siano ammiratori di Benito Mussolini è utile solo per screditarli e buttarli fuori dal consesso delle persone civili. Dietro a questa finta battaglia ideologica, c'è soltanto la vera paura di perdere influenza, quindi posti e potere, in ogni settore della cultura. Piccinerie travestite da battaglie epocali. Siamo alla parodia grottesca del tragico XX secolo.

( Sul fascismo ed antifascismo, veditela con chi vuoi, con me solo il fatto che Beatrice Venezi è una 'schiappa' come si dice al bar sport, e non c'è incarico ministeriale ( Sangiuliano) o appoggio politico ( finanche Meloni) che possa farla salire nella opinione del mondo musicale. A proposito,  non mi pare di aver letto ancora una bella recensione di un suo concerto del tuo critico musicale, Gavazzeni ndr)  

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