L’ultima provocazione di Beppe Grillo: spedire gli ultra ottuagenari su un’isola. Il garante Cinque Stelle — in un post a sua firma sul suo blog intitolato L’agonia dell’immortalità — parla della capacità dei medici di «prolungare la durata della vita senza però estendere la durata dell’abilità umana». E commenta: «Le conseguenze negative di questa svista nello sviluppo scientifico sono già chiare. Viviamo in un Paese prevalentemente governato da ultrasettantenni». «Tra cento anni, è probabile che la maggioranza delle persone superi gli ottant’anni, conservando posti di potere e resistendo al desiderio di cedere il passo ai più giovani», immagina il fondatore del Movimento.
«Cosa possiamo fare?», si domanda Grillo, anche lui 75 primavere sulle spalle. «Jonathan Swift, prevedendo il pericolo, suggerì che a ottant’anni un individuo dovrebbe essere considerato sospetto di eccessiva longevità e privato di voto e proprietà. Benché ammirevole, tale suggerimento potrebbe essere politicamente impraticabile, dato il controllo che gli anziani esercitano sul potere», dice ritornando su uno dei sui cavalli di battaglia, l’idea di togliere il voto agli anziani (lanciata già nel 2019, all’inizio del governo giallorosso). Ecco allora la boutade sulla terza età: «Una volta privati del potere, potrebbero ricevere benevolenza e attenzioni: potremmo trasferirli in un’isola nei Mari del Sud, con sigari in abbondanza, dove giornali speciali, sotto stretta censura, rappresenterebbero un mondo decaduto, senza speranza di miglioramento».
«Sono la persona meno adatta a commentare Grillo: da anni dovrei essere sull’isola», scherza il sociologo Giuseppe De Rita, classe 1932. «Non diamogli troppa serietà. È un discorso da pubblico, da spettacolo, non da riflessione culturale», dice. E ricorda: «Da giovane ho sentito altre ipotesi radicali, in stile Sparta, sull’età senile, ora questo».
Anche nel Movimento il tema, tra il serio e il faceto, fa discutere. C’è chi inneggia senza riserve al garante, chi tiene le distanze. C’è chi la prende con filosofia, come il senatore Francesco Castiello, 81 anni, alla sua seconda legislatura con i Cinque Stelle: «Grillo? Sono frasi provocatorie come quelle dette in tv, espressione d’ironia». Però, sottolinea Castiello, «mettono in luce un problema demografico» che fa «versare lacrime su una situazione difficilissima», specie al Sud: «In 20 anni nelle sette regioni meridionali abbiamo perso 3 milioni di abitanti, in gran parte giovani. Tra loro, 200 mila laureati emigrati in gran parte all’estero: i nostri atenei hanno speso per la loro formazione si stima 43 miliardi di euro: un danno economico e umano imperdonabile».
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