Il Consiglio dei Ministri ha dato via libera al Def che include un ulteriore scostamento di bilancio di 40 miliardi, risorse che saranno utilizzate per un nuovo provvedimento di sostegno alle imprese e all'economia. In proposito, il ministro dell'Economia, Daniele Franco, ha detto di auspicare che questo sia "l'ultimo intervento di tale portata"
Il governo ha rivisto al ribasso la stima di crescita del Pil nel 2021 al 4,5%, rispetto a quanto previsto nello scorso autunno, quando era stato fissato il target del 6%. Nel 2022 il prodotto è previsto crescere del 4,8%, nel 2023 del 2,6%, nel 2024 dell'1,8%.
In seguito alla decisione di chiedere al Parlamento un ulteriore scostamento di 40 miliardi, il deficit salirà quest'anno all'11,8% del Pil, per poi scendere al 5,9% nel 2022, al 4,3% nel 2023 e al 3,4% nel 2024. A partire dal 2025, il rapporto deficit/Pil tornerà a scendere sotto il 3%.
Quanto al debito, nel 2021 toccherà la soglia del 159,8% quest'anno, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024. Il tasso di disoccupazione salirà dal 9,3% del 2020 al 9,6% nel 2021, per poi scendere al 9,2 nel 2022 e all'8,5% nel 2023 fino a toccare l'8% nel 2024.
Nella bozza del Def, il ministro Franco annuncia che il decreto di aiuti alle imprese vedrà la luce "entro la fine di aprile. La prima esigenza che il governo ha avvertito, e ancora avverte - spiega Franco - è di continuare a sostenere l'economia con grande determinazione, compensando anzitutto i lavoratori e le imprese più danneggiati dalle misure sanitarie che si sono rese necessarie. Ciò non solo per ragioni di doverosa solidarietà e coesione sociale, ma anche per evitare che la chiusura definitiva di posizioni lavorative e di aziende che in condizioni normali sarebbero in grado di stare sul mercato abbassi il Pil potenziale del Paese".
Il nuovo decreto, assicura il ministro, avrà come "destinatario principale i lavoratori autonomi e le imprese e concentrerà le risorse sul rafforzamento della resilienza delle aziende più impattate dalle chiusure, la disponibilità di credito e la patrimonializzazione. Si darà la priorità alla celerità degli interventi, pur salvaguardandone l'equità e l'efficacia"
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