martedì 27 aprile 2021

Cinema, teatri, concerti finalmente riaperti. E il pubblico accorre ( da Corriere della Sera, di Paolo Conti)

 La Liberazione dalla prigionia del salotto e dalla dittatura della tv è cominciata all’alba del 26 aprile. Siamo o non siamo la Patria del neorealismo, della commedia all’italiana, del film d’autore? Siamo o non siamo la culla del grande melodramma, capofila di tutte le altre forme del recitar cantando dilagate nel mondo? E poi, siamo o non siamo gli animali sociali più sociali del pianeta, famosi per la gestualità, per la gioia di vivere tutti insieme in piazza, di fare spettacolo con la vita quotidiana? E così, rieccoci in fila per entrare in sala. Per due ore di grande musica. Per vederci un film come è sempre successo, seduti in poltrona, da soli o con gli amici, per poi parlarne e magari litigare («splendido lavoro», «ma che dici? Orribile banalità»). 

Cinema

Si può occupare solo il 50% dei posti ma poco importa pur di ritrovare il Grande Schermo. File, lo abbiamo letto, e sold out addirittura (e molto simbolicamente) all’alba di lunedì 26 al Beltrade di Milano. Stessa scena, anche se in orari canonici a Roma, davanti al Farnese in piazza Campo de’ Fiori o al Quattro Fontane, alle spalle del Quirinale. Nanni Moretti ha personalmente spalancato il suo Sacher nel cuore di Trastevere, la sala più amata dai cinefili romani. In tutta Italia, ha calcolato ieri l’Anec, l’associazione nazionale degli esercenti, hanno riaperto almeno cento sale, e nella totalità si sono riempite. «Tutti in prima linea per far ripartire la catena del valore. C’è la sensazione di una graduale, ma interessante ripartenza», ha commentato il presidente dell’Anec, Mario Lorini. Per fortuna sono stati appena assegnati i premi Oscar e sono tanti i film da godersi fuori casa. Ma si sta in fila anche per la grande musica. 

 

Teatri

Grande successo, lunedì sera, ha riscosso il Teatro La Fenice di Venezia che ha riaperto con una serata dedicata a Verdi. L’Opera di Roma non ha fatto in tempo ieri a mettere in vendita i 500 biglietti al simbolico prezzo di 10 euro per la riapertura di stasera (programma interamente verdiano, dirige Michele Mariotti) perché è stato un immediato «tutto esaurito», con comprensibile soddisfazione del soprintendente Carlo Fuortes, che ora imprime il suo copyright su una doppia formula. Cioè l’Opera dal vivo, come sempre, e in parallelo quella in tv e sul web, dopo il clamoroso successo di «Traviata» con la regia di Mario Martone e Daniele Gatti sul podio, seguita da un milione di telespettatori in prima serata su Rai3 venerdì 9 aprile. Stasera si può stare in sala, e sarà grande spettacolo, c’è da giurarci. Fuortes è entusiasta e già guarda al domani: «Durante gli scorsi mesi abbiamo cercato di trasformare la paralisi della pandemia in vitalità. Oggi accogliamo gli spettatori in un teatro che è stato il set di spettacoli trasmessi in tv. E il nostro pubblico ha risposto con entusiasmo esaurendo in poche ore tutti i biglietti disponibili. È un bel segno per il futuro prossimo del teatro». 

Il Maggio Musicale Fiorentino lunedì ha inaugurato la sua 83ª edizione con Daniele Gatti, in programma Symphonie de Psaumes e la Sinfonia in do di Stravinskij per il 50° anniversario della scomparsa del Maestro. Alla Scala potrebbe avvenire una ripartenza doppia. L’11 maggio è in programma la grande riapertura del teatro milanese, con Riccardo Muti alla guida della Wiener Philharmoniker: data simbolica perché fu la stessa in cui Toscanini riaprì la Scala nel 1946 dopo la catastrofe della guerra. Ma ieri i sindacati del teatro, a un incontro con i vertici del teatro, hanno chiesto di anticipare la ripartenza del teatro al giorno precedente, il 10 maggio, con un concerto dell’orchestra scaligera diretto da Riccardo Chailly. Attori in scena, e spettatori in platea, a teatro: al Piccolo di Milano, al Teatro Grassi, da ieri prove aperte di «Abbecedario per il mondo nuovo», i podcast che il teatro stabile milanese sta realizzando su testi di ventisei giovani autori: altro segnale di novità, di sguardi rivolti alle nuove generazioni. All’Argentina di Roma dal 3 maggio si torna in sala con «Le metamorfosi» di Kafka per la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Addirittura due le prime nazionali al Carignano di Torino, «Il piacere dell’onestà» di Pirandello nella sala storica per la regia di Valerio Binasco da lunedì 26 e, sempre con la regia di Binasco, ma alle Fonderie Limone di Moncalieri, «Le sedie» di Eugène Ionesco da ieri. 

Lo spettacolo dal vivo, come viene chiamato un po’ burocraticamente, scommette sulla ripresa dopo mesi di isolamento, di tentativi più o meno riusciti sulla Rete, di manifestazioni e di proteste. E tutti noi, stanchi di felpe e di maglioni, di divani e di telecomandi, torniamo liberi di metterci in fila vestiti civilmente, per le strade italiane. 

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