Con la scomparsa di Christa Ludwig il mondo della musica perde la protagonista di un'epoca luminosa e irripetibile. Erede diretta di una cultura interpretata con mezzi vocali e intelligenza musicale infallibili, la Ludwig è stata artista di riferimento in un repertorio che spazia da Mozart a Wagner e Strauss fino a Verdi e al Lied”.
Il Teatro alla Scala di Milano ricorda così il mezzosoprano di fama mondiale, tra le migliori interpreti nel repertorio mozartiano e straussiano, morta sabato all'età di 93 anni a Klosterneuburg, in Austria, dove viveva da tempo.
“È Karajan a portarla alla Scala nell'aprile 1958 come Waltraute in “Die Walküre” insieme a Suthaus, Rysanek e Nilsson, - si legge nella nota diffusa dal Teatro - mentre pochi mesi più tardi Georg Szell la dirige nella Missa Solemnis. Nel 1960 è Barbarina nelle “Nozze di Figaro” dirette da Karajan con Sena Jurinac e Graziella Sciutti, ma soprattutto Adalgisa nella registrazione di “Norma” con Maria Callas e Franco Corelli sotto la guida di Tullio Serafin” (nella foto).
“Nel 1961 - prosegue la nota della Scala - è per una sera la Principessa Eboli nel “Don Carlo” diretto da Gabriele Santini accanto a Leyla Gencer. Nello stesso anno porta a Milano il suo leggendario Oktavian in uno storico allestimento di “Der Rosenkavalier” diretto da Karl Böhm con Elisabeth Schwarzkopf. Torna in concerto nel 1969 con “Das Lied von der Erde” diretto da Eliahu Inbal e nel 1971 con un insolito impaginato diretto da Zubin Mehta che accosta i “Kindertotenlieder” di Mahler alla “Nona” di Beethoven”.
Claudio Abbado la dirige poi nel 1975 in un concerto per gli studenti in Conservatorio con i Lieder da “Des Knaben Wunderhorninsieme” con Siegmund Nimsgern, mentre nel 1978 è la volta di un recital di canto interamente dedicato a Schubert insieme al pianista Erik Werba.
L'ultima apparizione scaligera di Christa Ludwig risale al 1992 e si colloca nella Stagione della Filarmonica con i “Rückert-Liederdiretti” da Riccardo Muti.
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