Paul McCartney, Kate Bush, Chris Martin, Sting, Gary Barlow, Noel Gallagher, Annie Lennox, Damon Albarn e i due Led ZeppelinJimmy Page e Robert Plant, sono tra i firmatari di una lettera aperta al Primo ministro inglese Boris Johnson in cui viene richiesto un profondo cambiamento del modello economico che ha governato fino ad oggi i rapporti tra gli artisti, l’industria discografica e i servizi musicali di streaming. “Per troppo tempo le piattaforme di streaming, le case discografiche e gli altri giganti di Internet hanno sfruttato i performer e i creatori di contenuti senza dar loro indietro ciò che era giusto per il loro lavoro”, si legge nelle prime righe della lettera, firmata da 156 artisti inglesi. “Dobbiamo rimettere il valore della musica al suo posto, nelle mani di chi la compone”. Il centro della loro proposta è una modifica della legge sul diritto d'autore del 1988 per allineare i pagamenti dei diritti d’autore delle compagnie di streaming a quelli radiofonici, in cui vengono calcolati i singoli passaggi di una canzone. E per questo propongono la creazione di una apposita società di raccolta dei diritti per contrastare “lo strapotere delle società multinazionali”.
Intanto in Italia è stata approvata in Senato la Legge di delegazione europea che recepisce in Italia la Direttiva Copyright. I discografici italiani riuniti nella FIMI lo considerano “un passaggio importante che ora va seguito dall’effettiva implementazione dell’articolato comunitario nella legge italiana sul diritto d’autore. Abbiamo apprezzato l’impegno di tutte le forze politiche che hanno spinto al massimo per arrivare a questo snodo fondamentale per la tutela dei contenuti nel mondo digitale”, ha dichiarato il CEO Enzo Mazza, “la direttiva sul copyright è uno strumento essenziale per garantire la produzione e lo sviluppo della musica online”.
Soddisfazione anche dal presidente della Siae, Giulio Rapetti Mogol: “Sono felice che la nostra battaglia di civiltà e giustizia abbia avuto un esito positivo. Ringrazio tutti i parlamentari a nome dei tanti autori che rappresento. L’attuale situazione economica generata dalla pandemia avrà purtroppo effetti di lungo periodo ed è fondamentale che le opportunità del digitale compensino le difficoltà in cui si dibatte l’intero settore artistico e culturale. Mi auguro che il Governo approvi in tempi rapidi, e comunque entro il termine previsto del prossimo 7 giugno, il necessario provvedimento attuativo, e che quest’ultimo accolga al meglio i punti-chiave della Direttiva, secondo i principi indicati nella legge”.
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