sabato 24 aprile 2021

Donne e motori... di Giacomo Puccini. Ne ha scritto Marco Tullio Giordana, il regista, sul 'Venerdi di Repubblica'

 Marco Tullio Giordana, regista di fama e appassionato di macchine, ha scritto, con lo trasporto dell'amatore, un interessante articolo su Puccini, il grande musicista, e  la sua passione per i motori:  macchine in prevalenza. Ne ha fatto l'elenco completo - la sua passione per le macchine gliene fece comprare  una  quindicina - mettendoci dentro però anche la prima bicicletta - il 'velocipede', come lo chiama Puccini - ed anche i 'motoscafi' con i quali si divertiva  ad andare a pesca  nel lago di Massacciuccoli.

 Racconta Giordana della prima, acquistata al principio del secolo, quando la machina non l'aveva praticamente nessuno; della sua conversione alle machine italiane (Lancia) dopo quelle francesi; del famoso incidente  dal quale uscì vivo per miracolo, quando la sua macchina finì in una scarpata, procurando a lui i danni maggiori, mentre l'autista ed Elvira - che poi diventerà sua moglie - se la cavarono con poco; del grande viaggio in Europa in compagnia anche di amici, durante il quale un osso di pollo gli fece credere che i suoi malanni alla gola erano derivati da quello, mentre si saprà dopo che erano conseguenza di un cancro alla gola; e dell'ultimo suo viaggio in macchina, in compagnia del figlio, fino alla stazione di Pisa, da dove presero il treno per Bruxelles per farsi operare e dove morì.

 Sarà la sua macchina più amata, la Lambda( Lancia) a recargli qualche gioia, seppure piccola, nei giorni  più bui della malattia, quando si lamenta di non aver ancora terminato Turandot, scrive: "per fortuna ho la mia Lambda"

Alla passione per i 'motori' Puccini unì una seconda passione, anche questa coltivata con altrettanto trasporto e dedizione: quella per le donne. E non certamente per avvalorare il famoso proverbio: donne e motori...gioie e dolori. 

Certo è che, se si eccettuano altre due sue passioni, altrettanto forti, come la caccia e la 'moda' (i biografi ricordano la sua cura nella persona e negli abiti), Puccini le maggiori gioie ed anche i maggiori dolori li ebbe sia dalle macchine ( da queste in verità più gioie che dolori) che dalle donne. Ma da queste seconde i dolori nel corso della vita furono pari alle gioie se non superiori: la gelosia di Elvira; l'amore troncato per evitare noie con la giovanissima Corinna' incontrata in treno mentre andava a  Torino; e poi la storia con la giovane cameriera che si suicidò e per questo Elvira sua moglie venne accusata.

 Adesso che si avvicina il centenario della sua morte che avvenne nel 1924, giusto a Bruxelles,  e che quindi porterà con sè infinite celebrazioni e commemorazioni, ci auguriamo che  non ci si dedichi a scoprire  più l'uomo Puccini  che il Puccini musicista.



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