giovedì 22 aprile 2021

Vaccini: Ema proteggono per un anno, non necessitano di una terza dose (da La Stampa)

 La durata della protezione dei vaccini non è ancora nota, ma l’ipotesi dichiarata da fonti dell’Ema è una piacevole sorpresa: «Non la conosciamo ancora con precisione, ma abbiamo dati riguardo alla risposta immunitaria che mostrano come gli anticorpi rimangano fino ad almeno 6 mesi. E in base a come si riducono nel tempo si può dedurre che probabilmente una protezione fino ad un anno è assolutamente possibile». La fonte dell'agenzia europea del farmaco ha poi aggiunto: «La variabile sulla durata della protezione è una combinazione di quantità di anticorpi, memoria immunitaria ma anche di quanto incidono le varianti - ha aggiunto - se escono nuovi varianti che sono molto distanti dai virus che sono stati la base di questi vaccini ovviamente bisognerà tenerne conto. Ad oggi mi sembra di poter dire che questi vaccini abbiano il potenziale di poter coprire in modo significativo anche le varianti che circolano e in base ai dati preliminari probabilmente almeno un anno riusciranno ad essere effettivi». 

L’attenzione per gli studi in Israele, nel Regno Unito, negli Usa sapranno fornire ulteriori dati: «E mettendo insieme tutte queste informazioni capiremo meglio quando potrà essere il momento giusto per dare un ulteriore richiamo - ha concluso - ad oggi non lo sappiamo sarei sorpreso se fossimo in quel tipo di scenario».

 L’Italia supera la Germania per immunizzazioni complete Intanto da inizio campagna l'Italia ha vaccinato contro la Covid-19 con almeno una dose il 21,3% della popolazione adulta, un dato che ha subito un sensibile aumento rispetto a settimana scorsa (18,1%). Lo riporta il tracker vaccinale dell'Ecdc, con dati aggiornati al 18 aprile. In una settimana l'Italia ha dunque vaccinato con almeno una dose il 3,2% della popolazione adulta. Tra gli altri grandi Paesi la Germania è al 23,7%, rispetto al 19,1% della settimana scorsa, il che vuol dire che in una settimana ha vaccinato con almeno una dose il 4,6% della popolazione. Sale dunque lo “spread vaccinale” tra Italia e Germania, il differenziale tra i rispettivi tassi di vaccinazione con una dose, da 1 punto percentuale la settimana scorsa, a 2,4 punti questa settimana. 

Ma l'Italia, comunque, supera la Germania per le immunizzazioni complete, cioè con entrambe le dosi: il nostro Paese è all'8,9% della popolazione adulta, Berlino all'8% (in questo caso lo spread è di 0,9 punti a nostro favore). Tra gli altri grandi Paesi la Francia è al 23,8% della popolazione adulta vaccinata con almeno una dose, la Spagna al 24,2%, la Polonia al 20,7%. Il primato resta all'Ungheria, al 40,4% della popolazione adulta vaccinata con una dose; segue Malta (38,8%); ultimi Bulgaria (8,8%) e Lettonia (10,4%). [[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) piano figliuolo a 24 ore dal bilancio]]



Nessun commento:

Posta un commento