Ieri, per via dell'onorificenza data due anni fa dalla Presidente del Senato Casellati, a Julia Salvi, moglie colombiana di Victor, fondatrice del Festival di Cartagena, Colombia, dove suo figlio Alvise, direttore d'orchestra non così 'noto' come si vuol dare a bere, dirige 'ogni anno', siamo andati a vedere cosa volesse dire quella onorificenza: Commendatore dell'Ordine della Stella d'Italia che, siccome è la prima volta che ne sentiamo parlare, immaginiamo si tratti di una onorificenza attribuita ad italiani che si sono fatti onore nel mondo, che abbiano fatto cioè brillare 'la stella d'Italia' fuori dei confini nazionali e viceversa: a cittadini di altri paesi benemeriti per l'Italia. A noi piace questa lettura, logica; ma se qualcuno vorrà approfondire, ricorra a Internet, sarà sicuramente soddisfatto (lo abbiamo fatto anche noi non accontentandoci di una lettura 'ad sensum'. Leggi sotto)
Ora scorrendo l'elenco delle onorificenze che la nostra Repubblica è solita attribuire agli italiani meritevoli, eccellenti o noti nei vari campi, abbiamo scoperto che le onorificenza sono declinate solo e sempre al maschile. Esistono Cavalieri, Commendatori, Ufficiali o Grand'ufficiali. Onorificenze che sicuramente una giovane direttrice italiana, più carina che brava, sarebbe felice di attribuirsi al maschile, come ha già fatto per la qualifica sua professionale: preferisce, anzi esige, che la si chiami direttore e non direttrice, e più ancora: maestro e non maestra. Perchè in questo secondo caso Lei teme che dopo averla vista (ma anche sentita) dirigere, qualcuno la scambi per una maestra delle classi elementari di musica. Mentre sul podio di una campagna pubblicitaria tv di prodotti di bellezza, lei se la cava ridicolmente bene.
Il Quirinale potrebbe rispondere che in passato, quando queste onorificenze sono nate, i destinatari erano solo maschi. E' vero, come è vero in molti altri casi. Però adesso le cose sono cambiate ed è naturale che si rivedano anche le etichette di certe professioni - per alcune è stato già fatto e sono in uso, od onorificenze, non ancora fatto ma da farsi. E per l'Ordine della Stella d'Italia non vale il principio, gicchè è stata istituita appena una decina di anni fa.
Perciò anche il Quirinale dovrebbe aggiornarsi, facendosi magari consigliare dai più noti linguisti che in Italia sono ormai numerosi.
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P.S.
L'Ordine della Stella d'Italia è stato istituito con Legge 3 febbraio 2011 n.13 (G.U. n.49 del 1.03.2011) che ha aggiornato denominazione, finalità e classi della Stella della Solidarietà Italiana. La nuova denominazione di “Ordine della Stella d’Italia” risponde ai cambiamenti intercorsi dal secondo dopoguerra, quando l'Ordine era stato istituito al fine di conferire riconoscimenti per gli italiani all'estero o stranieri che meglio avessero assistito nella ricostruzione dell'Italia.
Curiosamente esistono insegne diverse dell'onorificenza, distinte per uomini e per donne, ma tutti uomini e donne sono cavalieri o commendatori o ufficiali
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Il femminile regolare di commendatore è commendatrice, e così si può chiamare una donna che sia titolare dell'onorificenza della commenda. Alcuni preferiscono però chiamare anche una donna commendatore, al maschile.
Il femminile regolare di cavaliere è cavaliera, e così si può chiamare una donna che cavalchi, o che abbia questo titolo in una organizzazione militare o civile. Per i significati storici la forma femminile non è stata probabilmente mai usata perché storicamente non sembra che questo ruolo sia mai stato attribuito a donne; ma i titoli onorifici di “cavaliere al merito della Repubblica” e di “cavaliere al merito del lavoro” sono stati sicuramente attribuiti in Italia anche ad alcune signore. Qualcuno preferirà chiamare anche una donna cavaliere, al maschile: si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche, ma sociologiche, e che comunque può creare, nel discorso, qualche problema per le concordanze.
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