Manco a dire che il noto direttore ed il teatro milanese preparano la pace, seguendo alla lettera il motto latino: si vis pacem para bellum. No, oerchè i due contendenti proseguono a mandarsi segnali 'ostili' molto evidenti della guerra in atto.
A cominciare dal concerto celebrativo dell'11 maggio, 75 anni dalla riapertura della Scala con lo storico concerto di Toscanini, che cadrebbe proprio il giorno in cui Muti dirigerà in teatro i Wiener Philharmoniker in tournée italiana (la sera prima a Firenze, mentre la tappa napoletana è stata definitivamente cancellata).
L'Orchestra della Scala dice, non senza ragione, che una data così importante non può essere celebrata con un concerto di orchestra ospite, per quanto prestigiosa. La celebrazione deve farla la Scala impegnando la sua orchestra, magari il giorno prima, ma con il pubblico.
Perchè c'è anche un altro argomento di dissenso.E cioè che il primo concerto con pubblico dopo la chiusura a causa della pandemia, avverrebbe con i Wiener. No, la Scala sia riaperta il giorno prima al pubblico, con un concerto dell'Orchestra del teatro diretta da Chailly.
E poi c'è l'annuncio - che suona, comunque la si pensi, come il lancio di un guanto di sfida - che negli stessi giorni il cui La Scala inaugurerà la propria stagione con Macbeth di Verdi, diretto da Chailly, il 7 dicembre, dopo un anno di pausa, non distante dal Piermarini, alla Fondazione Prada, Muti presenterà i giovani della sua 'accademia' dell'opera, con i quali studierà Nabucco, dal 7 al 14. E' la prima volta che tale sessione si tiene a Milano, e, guarda caso, negli stessi giorni che sono consacrati all'inaugurazione della Scala. Se questa non è guerra aperta.
Se dobbiamo essere sinceri , negli anni in cui Muti non era più alla Scala, ma si era accasato in qualche modo all'Opera di Roma, l'inaugurazione della stagione nella Capitale, veniva situata in giorni non lontani dal 7 dicembre con l'evidente scopo di togliere visibilità alla Scala. Dunque questa tecnica ostile di Muti non sarebbe nuova.
Mentre sarebbe auspicabile che dopo aver fatto il giro di molti teatri italiani dirigendovi le rispettive orchestre delle quali ha ogni volta decantato - non senza voluta esagerazione - le qualità ( Roma, Napoli, Tornio, Firenze, Palermo) Muti torni a dirigere l'Orchestra della Scala.
Intanto Meyer , il sovrintendente, stretto fra due fuochi, il suo teatro e il noto direttore, è l'unico a gettare acqua sul fuoco: andrò anche a sentire Muti alla Fondazione Prada, mentre sta pensando che risposta dare all'orchestra che chiede di anticipare la riapertura al pubblico della Scala, con un concerto dell'orchestra diretta da Chailly, il 10 maggio.
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