Sono la Città di Torino e la Fondazione del Teatro Regio, i registi Henning Brockhaus e Ezio Frigerio le vittime del sistema Graziosi al Teatro Regio di Torino. Una vicenda di carriere artistiche costruite con le mazzette, cartelloni pilotati dalle grandi agenzie delle voci della lirica, appalti truccati e nepotismo politico: la procura di Torino dopo aver aperto il velo sul mondo dorato dell’opera tra intrighi, corruzioni e veleni manda a processo i suoi protagonisti.
Non solo il Regio però è toccato dall’inchiesta coordinata dai pm Elisa Buffa ed Enrica Gabetta, che si è chiusa con cinque indagati per i quali è stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio senza che nessuno dei principali indagati abbia chiesto di essere interrogato. Anche la fondazione Pergolesi di Jesi avrebbe subito le influenze di questo sistema e c’è il sospetto che diversi altri teatri d’opera, tra i principali del panorama italiano, possano non esserne rimasti immuni.
William Graziosi, ex sovrintendente del Regio, Alessandro Ariosi, il manager di celebrità come il tenore Placido Domingo e il direttore d’orchestra Daniel Oren, Roberto Guenno, corista diventato in men che non si dica braccio destro del Soprintentente, Andrea Paolo Maulini, esperto di marketing e titolare di una cattedra all’università di Bologna, e infine Priscilla Alessandrini, consulente che avrebbe vinto in maniera irregolare appalti per decine di migliaia di euro a Torino: sono loro i cinque nomi che compaiono nell’avviso di conclusione indagini accusati a vario titolo di corruzione, concussione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite.
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