sabato 18 gennaio 2020

Turandot colossal da 1 milione di Euro all'Opera di Roma. Del restare o del partire di Fuortes

 Carlo Fuortes è l'unico dei sovrintendenti dei teatri d'opera italiani a farsi vanto di rappresentazioni costosissime. Non lo fa neanche la Scala, che comunque ne ha i mezzi,dove forse l'opera inaugurale di stagione è altrettanto costosa; con la differenza che nella sola serata inaugurale la Scala incassa  sui 2 milioni di Euro, ripagandosi in un sol colpo le spese.

La Turandot di Puccini che si sta preparando a Roma e che andrà in scena a marzo, fine marzo, affidata in tutto all'artista cinese Ai Weiwei ( regia, scene, costumi: 300! ), costerà 1 milione di Euro. Così tanto? All'incirca quanto costò, quattro anni fa, la Traviata di Verdi firmata  da Valentino e Sofia Coppola, produzione per la quale Fuortes fu molto criticato ma di cui egli va ancora  fiero. In quattro anni, ha dichiarato l'altro ieri, ha incassato 4 milioni di Euro, fra riprese, tournée, noleggi. Sì, ma in quattro anni, e se il teatro la riproporrà ancora per una decina di stagioni l'incasso sarà maggiore. E i costi di ogni ripresa non li mette in conto?

Ma se fosse costato meno quell'allestimento, specie in un teatro che ha una voragine di passivo (che Fuortes sta tentando anno dopo anno di colmare ) non sarebbe stato meglio, anche se a scapito del glamour cui lui e la stampa si sono attaccati?

Quella Traviata, comunque eccessivamente costosa,  è ancora richiesta per la ragione opposta a quella per cui Fuortes ha chiamato Ai Weiwei, come ai tempi la coppia Valentino-Coppola. Quella Traviata piace non per la regia 'rivoluzionaria', che Fuortes pretende sempre dai registi che  scrittura per l'Opera, ma per essere stata pensata e voluta  totalmente 'tradizionale'. Fuortes ci restsò male e giurò che mai e poi mai avrebbe invitato per una seconda regia Sofia Coppola.

E mentre il costo dello spettacolo di Turandot è certo e costoso, le entrate  non lo sono mai, perchè, ad esempio, il noleggio, potrebbe comportare difficoltà di adattamento, ed allora, non quattro ma otto anni servirebbero per ammortizzare il costoso allestimento, utilizzato solo nel teatro nel quale ha debuttato.

Il costo eccessivo è di per sè inopportuno: 1 milione di Euro è una gran somma per  Turandot un'opera che - al pari di Traviata - non cessa di essere amata e rappresentata nel mondo, dunque uno spreco. Ancor più inopportuno per un teatro che  è fra i più indebitati d'Italia ( secondo solo a Firenze!).

Le recite di Turandot, infine, coincideranno con la fine del mandato di Fuortes, il quale, dopo aver dichiarato platealmente amore eterno all'Opera di Roma, rinunciando 'all'amante' Scala che lo avrebbe tentato - questo l'ha detto lui, Fuortes,  ma dall' amante milanese mai nessun segnale di interesse a metterselo in casa, tant'è che ha preferito accasarsi con Meyer - si augura ardentemente che  la Raggi - che  vediamo sfilare  sul red carpet al suo braccio, vestita  a festa ad ogni 'prima' - premi la sua finta e pelosa fedeltà: se la Scala lo avesse nominato, Fuortes come un razzo  sarebbe volato a Milano, e addio Roma.

Insomma, costi a parte, questa Turandot potrebbe coincidere con il partire  o con il restare di Fuortes a Roma. Nessuno dei due esiti è, ad oggi, scontato: si sa che le favole non sono tali se non serbano qualche sorpresa.  

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