sabato 25 gennaio 2020

Più giornalisti, meno notizie può voler dire maggiore e nigliore informazione e più numerosi lettori. La ricetta del quotidiano Le Monde ( di Roiccardo Luna)


E’ almeno un decennio che nei giornali ci interroghiamo su quale sia la formula del successo nell’era digitale. E’ una partita complicata almeno da due fattori: il primo è che il mercato della pubblicità online è in gran parte appannaggio di Facebook e Google, che lasciano a tutti gli altri risorse insufficienti a sostenere i costi; il secondo è la lunga crisi, forse non inarrestabile sotto una certa soglia, delle copie cartacee. L’impressione è che si proceda a tentoni, per tentativi, in cerca della soluzione. Ma non si può dire che si proceda in ordine sparso. Il minimo comun denominatore, anzi, il punto di partenza, sembra essere il contenimento dei costi. La riduzione dei giornalisti. Accompagnata da un aumento della produttività, misurata soltanto in termini di articoli pubblicati. Con le nuove tecnologie, è il ragionamento diffuso, una persona può confezionare molti più articoli di prima. Più articoli, più clic, più utenti unici e più guadagni. Sembra sensato, anche se finora nessuno può dire di essersi salvato in questo modo. Oppure lo ha fatto a detrimento della qualità.
In questo scenario, oggettivamente complicato e che non riguarda solo il giornalismo ma anche la democrazia che, come è noto, vive solo se i cittadini sono informati, il 20 gennaio il direttore di Le Monde Luc Bronner ha fatto un tweet che sembra autorizzare un capovolgimento di schema, che sembra dirci non solo che per salvare il giornalismo un’altra strada è possibile, ma addirittura che quella che pensavamo fosse l’unica soluzione potrebbe rivelarsi una condanna. Scrive Luc Bronner che fra il 2018 e il 2019 Le Monde ha ridotto del 14 per cento il numero degli articoli (addirittura del 25 per cento nei due anni); e che nel frattempo i giornalisti sono aumentati, oggi sono più di 500 e hanno più tempo per fare inchieste. Il risultato che è il numero di utenti sul web e sulla carta è aumentato, dell’11 per cento in ciascun settore. Più giornalisti meno articoli uguale più lettori. Sembra una formula senza senso, se non quello di garantire più occupazione: una sorta di “lavorare meno lavorare tutti”. Ma non è questo il punto. Si tratta di una formula controintuitiva perché c’è una variabile nascosta che la rende comprensibile: la qualità del giornalismo. Più giornalisti, meno articoli uguale più qualità e quindi più lettori.
Il caso di Le Monde (che non è isolato ma è emblematico per il prestigio del quotidiano francese), sembra dirci che con il web affollato di notizie postate in fretta, scritte in maniera scadente, sciatta, e a volte volutamente fasulle, c’è un pubblico disposto a pagare per un prodotto unico, di qualità, con una forte identità e affidabilità. In fondo, milioni di persone pagano ogni mese l’abbonamento a Netflix o a Spotify: nessuno pagherebbe per vedere i video di TikTok e non paghiamo per quelli di YouTube.


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