lunedì 13 gennaio 2020

Tomaso Montanari contro Riccardo Muti e TIM

Tomaso Montanari, dalle pagine de Il Fatto Quotidiano, continua la sua guerra a Riccardo Muti, il cui nome in questo caso è associato a quello della Tim - altro obiettivo della sua guerra -  che è la nostra industria telefonica, ex Telecom, per via dello spot che si vede ogni giorno su tutte le reti tv,  nel quale profittando del restauro del Mausoleo di Augusto a Roma, che la Fondazione Tim ha finanziato (sveglia Montanari! Non è stata la Fondazione Telecom, anzi è stata proprio la Fondazione Telecom, o Tim, a pagarne in buona parte il restauro: Telecom e Tim , sono la stessa cosa - lo precisa anche Wikipedia!) si reclamizzano i progressi della tecnologia  e, nel caso specifico, con il cosiddetto 5G.

Complice il giornale che ha ospitato questa nota 'stonata' di Montanari, passa il messaggio che Telecom ( che è la stessa cosa di Tim, ma Il Fatto non lo dice) ha pagato il restauro, e Tim ha usato quel sito straordinario per la sua pubblicità. 

 Di che cosa si scandalizza Montanari? Del fatto che Tim- che, ripetiamo, ha pagato in buona parte il restauro - utilizzi il monumento per un suo spot commerciale'? 

Montanari dimentica che senza i soldi di Bulgari per la scalinata di Trinità dei Monti, di Della valle per il Colosseo, di Fendi per la Fotana di Trevi... e potremmo continuare, questi monumenti verserebbero ancora in gravi condizioni. Queste aziende fanno per il nostro patrimonio monumentale ciò che lo Stato non riesce a fare. Vogliamo perciò, in un modo certo corretto quel è anche quello pubblicitario,  dire grazie a chi quel monumento ha salvato dal degrado con i suoi soldi?

Ma Montanari - cui quello spot non va giù e, di conseguenza,  critica anche sotto il profilo 'artistico'-  con questo suo intervento continua la sua guerra personale contro Muti. Il quale non si sarebbe dovuto prestare - ma lui pensa anche ai suoi affari, perchè certo questo spot non lo ha fatto gratis - ed avrebbe anche dovuto considerare che reclamizzava un prodotto ( 5G)   sulla cui innocuità sul versante della salute  non tutti concordano, e Muti avrebbe dovuto fare lo scienziato ed opporsi. 

E, proseguendo, annota i primi attacchi  di questa guerra, a ribadire l'insensibilità del noto direttore verso l'arte, risalenti alla inaugurazione del Teatro Grande di Pompei, invaso dal cemento dall'allora sovrintendente Marcello Fiori, con la benedizione di Nastasi - la 'brutta bestia' che è sempre dietro  numerosi scandali ma che non viene mai beccato con le mani nel sacco, un pò come Gianni Letta, suo patron ed anche padrino di nozze, che nel corso di una lunghissima carriera mai nessuno ha potuto incriminare per nulla, nonostante che abbia messo, e lo fa tuttora - le mani ovunque. Senza dimenticare che Nastasi è anche amico di Muti e che, per colpa di Franceschini, altro nemico di Montanari, è stato tirato fuori dal limbo dove le cose lo avevano ricacciato e rimesso in sella.

E', infine, assai curioso, che l'unico periodo in cui Montanari non ha sbraitato, è stato  sotto il ministro Bonisoli che lo ha  omaggiato di alcuni incarichi ministeriali.

A noi, se il nostro personale  parere può interessare qualcuno dei nostrilettori, lo spot Tim piace, perchè ha ricordato anche che una delle destinazioni passate e gloriosissime del Mausoleo di Augusto è stata quella 'musicale' nell'ultimo suo tratto di 'vita' attiva - il più grande auditorium del mondo con 4.000 posti dove hanno diretto i più grandi musicisti dell'epoca - ed anche perchè  per la prima volta  un musicista del versante della musica cosiddetta classica e non le infinite squinzie di sempre,  presta il suo volto, mentre loro ( se squinzie) mostrano sempre altro.

Adesso una lezione dovrebbe venire a Marco Travaglio da questa storia. Innanzitutto dovrebbe  fargli dire a Montanari che non può volutamente equivocare su Telecom-Tim e  poi che non può sfruttare il suo giornale, che a questo si presta pur di fare ammuina, per una battaglia 'personale' a Muti. 


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