sabato 18 gennaio 2020

Elogio, insensato, della SVELTEZZA

Il mondo s'è capovolto. E non da ora. Mentre da una parte si va invocando la necessità di godere di più tempo da dedicare al riposo, agli affetti, agli hobby, al dolce far niente, dall'altra ci si preannuncia che ciò che cerchiamo, arriverà fra 20-30-40 secondi. Che sembrano agli occhi di molti oggi un'attesa interminabile. 

 La prima volta in cui avemmo la sensazione che,  si stesse facendo l'elogio, controcorrente, della sveltezza, fu quando sfogliando un giornale che mai e poi mai comprammo più, di quelli patinati, leggemmo in calce ad ogni singolo articolo, il tempo stimato necessario per leggerlo, magari anche velocemente: 1 minuto e 20 secondi. Il lettore, eventuale, ancor prima di accingersi alla lettura di quel pezzo veniva avvisato che se non aveva a disposizione quel lasso, pur brevissimo, di tempo da dedicare alla lettura, poteva chiudere il giornale e passare ad altra occupazione.  1 minuto e 20 secondi: non serve essere filosofi, se si ricorda che  quel tempo, a confronto della durata di una vita è come un soffio, e o è anche  per l'intero arco di una giornata.

Nè si può immaginare che quella indicazione servisse a dire all'ipotetico lettore che se aveva da fare, poteva rimandare quella lettura ad altro momento, perché 1 minuto e 20 secondi sono un nulla comunque e per chiunque. Non serve aggiungere che in quel giornale, molto 'vanitoso' ed alla moda, era difficile, sfogliandolo,  che ci si imbattesse in articoli la cui lettura richiedeva più di una manciata di minuti. Insomma che si trattava di un giornale rivolto a chi non aveva tempo da perdere!

Un'altra volta   fummo costretti a convincerci che l'elogio della sveltezza  aveva soppiantato quello, assai celebrato anche in letteratura, della lentezza. E fu quando, facendo riguardare il nostro computer ad un tecnico, ci sentimmo dire che andava aggiornato nelle sue funzioni, perchè era troppo lento: ci metteva la bellezza di una decina di secondi prima di aprire la pagina richiesta.

Dieci secondi, capite dieci secondi erano troppi per una persona in marcia sulle strade del mondo.

 Ed ora, ora l'avvertimento a non perdere tempo ci viene anche   dalle tv o dalla rete, quando al momento di una interruzione per inserzioni pubblicitarie siamo avvertiti che la trasmissione che stavamo seguendo riprenderà entro 40-50 o 60 secondi.

Ma in questo caso, l'avviso è solo in apparenza simile ai precedenti, perchè l'effetto che vuole sortire è quello di dire al telespettatori o all'utente del computer, che basta attendere pochi secondi e la trasmissione riprenderà. 

Dunque quella manciata di secondi che per leggere un articolo, potevano apparire un tempo interminabile,  nel secondo caso - come quello della durata di una inserzione pubblicitaria in tv -  sono solo un soffio e che perciò non vale la pena cambiare canale,caso mai possono servire per certe incombenza domestiche o personali irrinunciabili. 

Ma allora che logica è questa? Quando dobbiamo dedicare un  pò di tempo, anche minimo, allo sviluppo del nostro cervello, una manciata di secondi può apparire un tempo infinito, quando invece siamo nelle vesti di teleutenti o di consumatori, quello stesso lasso di tempo vola via come una folata di vento, un soffio! 

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