martedì 7 gennaio 2020

L'anno a doppia cifra ripetuta: 2020, sembra dare alla testa a molti

Certo non è  frequente che un anno sia indicato con una cifra doppia, 20, ripetuta : 2020. Anzi è rarissimo, perchè cade ogni 1010 anni. L'ultima volta, prima d'ora fu nel 1010; la prossima nel 3030, e poi dopo - sempre che il mondo esista ancora, eventualità assai improbabile se continuiamo a distruggerlo noi che l'abitiamo e che dovremmo accudirlo: nel 4040, nel 5050, 6060.

C'è  un altro caso, anche questo rarissimo, ogni 1000 anni, nel calendario, in cui  ad un numero seguono tre zeri: 1000, 2000, e, forse, anche 3000, 4000, sempre che...vedi sopra.

Sarà forse per questo che nel 2000 come nel 2020 molti abitanti della terra sembrano aver perso la testa e avventurarsi in previsioni 
perlopiù catastrofiche non sul futuro ma sul presente... come nel caso di una pazza americana - se vi imbattete, leggendo i giornali, nel suo nome, NIKKI voltate pagina! -  sedicente sensitiva-indovina-medium che avrebbe predetto, per l'Italia, un 2020 di disastri di ogni genere.
A Lei noi abbiamo consigliato innanzitutto di pensare ai c... suoi e dell'America, e di lasciar perdere l'Italia alla quale pensiamo noi; ma poi l'abbiamo liquidata, viste le previsioni da Cassandra, con il napoletanissimo e classico: a sorete!

Ora però ci preme  riferire di un  malcostume, questa volta  linguistico - se così possiamo dire - o di semplice pronuncia,  che già comincia a serpeggiare dopo che una nostra notissima atleta della neve, Sofia Goggia,  vi ha fatto cenno in tv, parlando dei prossimi appuntamenti 'cortinesi' dei Mondiali e delle Olimpiadi invernali, e che conviene stroncare sul nascere per evitare che  diventi epidemico. 

 La Goggia  parlando di questi due appuntamenti prossimi,  così ha indicato le due date : mondiali nel 'venti ventuno' (2021) e olimpiadi nel 'venti ventisei' (2026). 

Va stroncato tale barbara pronuncia, finchè siamo in tempo; e visto che si tratta dell'unico caso finora riscontrato è bene farlo in fretta;  perchè ora è più facile, più avanti, dilagando, sarebbe più difficile.
E finirebbe per entrare  nell'uso linguistico,  accanto a quell'altro ugualmente idiota, oltre che errato, di indicare le discendenze di papi e sovrani  'alla francese' : Luigi quattordici, Paolo sei ecc...

I  linguisti ricordano che, in italiano, i numeri romani ( Luigi XIV, Paolo VI) con i quali noi indichiamo, ad esempio, papi e re, sono numeri ordinali e vanno pronunciati correttamente : Paolo sesto, Luigi quattordicesmo.

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