Federica Angeli, la coraggiosa giornalista di Repubblica, abitante ad Ostia e presidio contro il clan Spada, era stata candidata nei giorni scorsi al Parlamento, per il seggio, a Roma, lasciato vacante da Gentiloni, divenuto Commissario Europeo.
Per quel seggio è stato fatto anche il nome di Gianni Cuperlo, esponente di punta e di valore del Pd.
Alla fine l'ha spuntata il ministro Gualtieri, titolare dell'economia, in forza al Pd, ma non ancora parlamentare.
Federica Angeli ha accusato il Pd di non aver appoggiato convintamente la sua candidatura. Ha fatto bene a denunciare, ma avrebbe fatto male ad accettare, seppure lusingata - come troppi suoi colleghi, anche meno meritevoli e meno esposti - dai richiami delle sirene della politica.
Federica Angeli fa bene il suo lavoro di giornalista ed anche quello di combattente nelle prime linee contro il malaffare. Perchè cambiare? Perchè accettare l'incerto lasciando il certo? Crediamo e speriamo che la sua professione giornalistica le dia da vivere abbastanza bene - ammesso che in questa sua scelta, fortunatamente naufragata, contassero anche fattori economici - e, anche per un'altra ragione, le consigliamo di continuare a fare la giornalista. Anche se possiamo immaginare che dopo anni vissuti in prima linea viene anche il momento della stanchezza e la necessità di riposarsi.
Ma la ragione per cui siamo felici che lei sia rimasta a fare la giornalista è professionale. Nella prossima legislatura il Parlamento sarà enormemente ridotto, e Lei come altri potrebbero essere non candidati e costretti a tornare alla loro anteriore professione.
Chi le crederebbe più come giornalista?A parte esperienze naufragate malamente di giornalisti che hanno gettato la maschera - pensiamo a Mulè, Cangini, Toti, ma poi anche Marrazzo, Gruber, - è sbagliato pensare che se uno sa far bene, dimostrandolo, un lavoro, ne possa fare automaticamente bene un secondo. La politica è un lavoro duro, meglio lasciarlo fare a coloro che a tale lavoro si sono preparati anche nell'ambito dei partiti. Lei, Federica, continui a fare bene la giornalista, i cittadini gliene saranno immensamente più grati.
Ciò che, invece, non tolleriamo è quella foto , maleducata e screanzata di Zingaretti che, all'indomani della vittoria in Emilia Romagna lo ritrae con i piedi sulla scrivania a significare - a detta di chi esamina queste posture - rilassamento, tranquillità dopo la guerra vinta e preavviso ai soci di governo che d'ora in avanti dovranno vedersela con lui, avendo i soci di governo perso in maniera pesantissima.
Bene le varie letture della condizione del segretario Pd, espresse da quella posa, diffusa sui social dall'interessato: Ma quella è una posa maleducata. E non la pensiamo a questo modo solo perché si tratta di un politico, giacchè dei politici pensiamo quasi sempre tutto il male possibile.
Abbiamo espresso identica opinione a proposito di un'altra foto, del mondo del quale ci occupiamo da sempre: la musica, quella di Tony Pappano, ritratto in Auditorium con in piedi sulle poltrone.
Innanzitutto a noi non verrebbe mai di mettere i piedi con tutte le scarpe su un tavolo o su una poltrona, e quand'anche per l'eccessiva stanchezza ci venisse di farlo, non ci faremmo certamente ritrarre in quella posa cafona, 'all'americana', e ancor meno consentiremmo che venisse diffusa.
Perciò Zingaretti si faccia ritrarre, a mò di riparazione, seduto alla scrivania e diffonda quella foto per cancellare la precedente.
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