Ci sono volute oltre sei ore fitte di discussione e di confronto serrato. E nonostante ciò alla fine la decisione di bocciare il referendum elettorale voluto dalla Lega non ha convinto tutti i 15 giudici costituzionali. Secondo indiscrezioni la sentenza che ha spento le speranze del partito di Matteo Salvini e degli otto consigli regionali a guida centro-destra - che avevano promosso il referendum per trasformare, con l'abrogazione delle norme sulla assegnazione proporzionale dei seggi, il Rosatellum in un maggioritario a collegi uninominali - è stata presa a maggioranza.
Con che numeri è difficile dirlo, visto che le votazioni dei giudici così come le discussioni nella camera di consiglio sono coperte dal segreto. Quello che filtra è che si sarebbe comunque trattato di una maggioranza solida e ampia.
Nulla a che vedere dunque con le voci che si erano succedute nelle lunghe ore che hanno preceduto la decisione che segnalavano una spaccatura importante, con 8 giudici certi dell'inammissibilità del referendum e altri sette meno o addirittura per nulla convinti e dunque pronti ad aprire le porte alla consultazione referendaria.
Referendum bocciato, Salvini: «Bocciatura vergognosa».
A Salvini, il Nero, anche le decisioni della Consulta non piacciono. Fosse per lui l'abolirebbe, la Consulta naturalmente (P.A.)
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