giovedì 16 gennaio 2020

Evitare le mostruosità per celebrare i 250 anni dalla nascita di Beethoven. Una 'Maratona Beethoven' a MIlano in maggio. ORRORE!

Adriano Bassi mi annuncia, con notevole anticipo, che il 30 maggio a Milano, per celebrare i 250 anni dalla nascita di Beethoven organizza una 'MARATONA BEETHOVEN',  nel corso della quale verranno eseguite le 32 Sonate per pianoforte, una di seguito all'altra, dalle 10.00 alle 24.00 ( presso l'Auditorium degli Amici del Loggione della Scala) 

Immaginiamo - perchè questo nel laconico comunicato non si dice - che i pianisti scritturati saranno parecchi; perché anche fossero pochi - uno solo non è neanche ipotizzabile - avrebbero bisogno comunque alla fine dell'impresa di essere  portati da un'ambulanza al  più vicino pronto soccorso, per ricevere, nel reparto più idoneo, le cure del caso.

Questa impresa - che tale è e non una esecuzione musicale a vantaggio degli ascoltatori - si fonda su principi agonistici più che musicali, e come tante altre cui ci toccherà assistere o di cui avere conoscenza, vanno secondo noi rubricati nel capitolo delle mostruosità, che credevamo da tempo chiuso definitivamente.

Già altre volte abbiamo gridato alla scandalo, la più recente quando nella estate passata, in occasione delle Universiadi a Napoli - quei geni che governano, ancora per poco, il Teatro San Carlo programmarono l'esecuzione di 'tutte' le Sinfonie di Beethoven, in un sol giorno, da mane a sera, assoldando due orchestre, quella di casa e quella Rai di Torino, da dove proviene l'attuale direttore musicale del teatro napoletano,  Juraj Valcuha, a capo dell'impresa.

Chi era a Napoli in quei giorni aveva la possibilità di scegliere se seguire  l'una o l'altra gara: la prima sportiva, mentre la seconda... demenziale e sacrilega.

L'invito  evangelico  a non gettare 'margaritas ante porcos'  ( Matteo 7,6) veniva vergognosamente ignorato, quando si proponeva agli incauti frequentatori del San Carlo, una dopo l'altra, una summa di bellezza e pensiero che nessuna mente umana, per quanto allenata, avrebbe saputo e potuto apprezzare in un breve lasso di tempo, sempre che fosse riuscito a restare inchiodato alla poltrona per ore  e ore. Perchè quando è troppo è troppo. Ma noi in quel caso confidavamo che il pubblico intervenuto, ascoltata una sinfonia andasse via, per tornare dopo molte ore, od anche per non tornare più.

Noi, per dire come la pensiamo, non siamo nemmeno d'accordo sulla fattura corrente di certi programmi concertistici che presentano al pubblico una grande opera - mettiamo una sinfonia - nella prima parte, e poi, dopo l'intervallo, una seconda grande opera, un'altra sinfonia.  Perchè all'ascoltatore viene richiesta una attenzione altissima che, però, non va esaurita con la prima sinfonia, ma deve nuovamente attivarsi con la seconda,  e a breve distanza di tempo. Il che ci sembra sinceramente difficile, se non impossibile.

Per questa ragione abbiamo sempre apprezzato i programmi concertistici del passato,  quasi sempre  meglio articolati e più rispettosi delle capacità degli ascoltatori.  Si partiva con un breve brano, seguito da un secondo di dimensioni appena più ampie,  per finire poi con un brano di dimensioni più ampie e  più complesso,  tale da richiedere, ed anche esaurire, l'impegno di esecutori ed ascoltatori. Ad libitum,  un breve brano per finire, come una sorta di passaggio attraverso una  camera di decompressione, dopo  essere stati sedotti, anzi travolti,  e 'compressi 'dalla bellezza di un capolavoro.

Per tutte queste ragioni le integrali, specie se di musicisti che sono i più grandi della storia, a distanza ravvicinata, sono inutili, anzi dannose, oltre che sfibranti e vanno accuratamente evitate.

L'invito evangelico,  che è bene rileggere nella sua interezza, suona :Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino.

 Sinceramente non sappiamo se Beethoven sarebbe in forze per sbranare i colpevoli di tale mostruoso spreco di creatività e genio. 






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