giovedì 2 gennaio 2020

Roberto Bolle in Danza con me. Imparate come si costruisce uno spettacolo! Premiato dall'Auditel: 4.392.000 telespettatori, share del 21,8%

Ieri sera è tornato Roberto Bolle con lo spettacolo 'Danza con me' che aveva dato ottimi risultati  anche in passato. Si è presentato, come sempre, con una caterva di amici-ospiti - il fior fiore dello spettacolo e della tv - per ribadire a tutti che non c'è ostacolo che possa impedire a chicchessia di danzare (meglio dire:ballare).

 Lo spettacolo che ha occupato l'intera serata di Rai 1 era curato anzi curatissimo, anche laddove  la presenza di alcuni ospiti e certe tematiche - come del resto avevamo rilevato altra volta - potevano essere evitate, senza danno.

Detto con chiarezza: chi  raccoglie davanti al piccolo schermo orde di telespettatori di ogni età - forse del gentil sesso in numero maggiore, ma non è detto - e di ogni estrazione sociale è lui, Roberto bello come un dio greco, simpatico, versatile, senza pregiudizi o scomparti ideologici. Forse Nureyev, spesso evocato anche ieri sera, aveva una faccia più espresssiva di Bolle.

 Non c'è musica  che non possa essere danzata, ha voluto dimostrare Bolle anche ieri, perfino il Rap - anzi con quel suo martellante ritmo ( che altro è?) rappresenta una buona base per la danza ( o per il ballo, insistiamo) E, del resto che tutti possano ambire alla danza lo hanno dimostrato in tempi recenti coreografi e ballerini di  valore. Bolle ha voluto insistere e bene ha fatto.

Ma ciò che ci preme anche sottolineare è che lo spettacolo di Bolle ha rappresentato il meglio che nello spettacolo ci ha offerto la tv, che non fa la stessa cosa con la musica - si è visto anche ieri - lasciata al suo destino con incongruenze evidentissime.

 Tanto per fare un esempio. Danza con me era offerto da Intesa Sanpaolo - chiaro? - il Concerto di Capodanno da Vienna , da Rolex, quello di Venezia da Orogel, surgelati. Vorrà dire qualcosa ,  se c'è interesse  di grandi aziende ad investire in due degli spettacoli, ma non nel terzo, che deve accontentarsi di un marchio di surgelati?

 Viene da chiedersi cosa faccia una direzione Rai che si fregia del termine Cultura, per promuovere proprio la cultura; e poi anche perchè uno spettacolo come quello di Bolle debba produrlo Ballandi e non la Rai che ha al suo interno le forze e le professionalità in grado di farlo.

Il discorso degli appalti esterni per le cose più importanti della tv dovrebbe far riflettere  i dirigenti della televisione pubblica che, evidentemente, non lo fanno, sebbene da tempo vadano dicendo che questo andazzo deve finire!  


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