La gestione creativa di Trenitalia fa passi da gigante. Accanto all’ormai inflazionato mosaico di cancellazioni e ritardi, nasce un’inedita performance dal sapore vagamente dada: un treno che per arrivare in orario parte in anticipo, ma lasciando a terra i passeggeri. Questi i fatti : venerdì 8 novembre, in una Roma afflitta dallo sciopero dei mezzi pubblici, pattuglie di audaci raggiungono la Stazione Termini, in stato d’assedio per Lavori In Vista Del Giubileo. Fra questi c’è chi, come me, aveva prenotato un posto sulla Freccia Argento Roma-Genova 8556 delle 16:20. Noi diligenti, disperando di scovare un taxi, con mezzi di fortuna arriviamo avventurosamente a Termini un’ora o due prima, pazientemente aspettando le 16:20. Verso le 16:00 controlliamo il tabellone delle partenze, e l’agognata Freccia Argento non c’è. Chiediamo come mai, e con massima gentilezza ci vien risposto: il vostro treno è partito alle 15:30, potete semmai prendere la Freccia Bianca 8626 delle16:57, ma non garantiamo il posto. Noi che dalle14:45 eravamo in attesa chiediamo ingenuamente: ma se il nostro treno partiva in anticipo, perché non ci avete avvisati? Poi la Freccia Bianca delle16:57 parte in orario, assaltata da un centinaio di reduci (o superstiti?) dalla Freccia Argento partita in anticipo. Un posto in qualche modo si trova, e si arriva a destinazione solo un’ora e mezza dopo il previsto. Evviva.
Dopo i fatti, le interpretazioni. Un gruppetto di anziani accademici dei Lincei, dediti per mestiere alla ricerca pura, si pone il seguente problema: ma perché quella Freccia Argento è partita 50 minuti prima dell’orario senza avvertire i passeggeri? Scartata per carità di patria l’ipotesi che l’anticipo intendesse favorire un qualche Personaggio (un emiro? un dignitario di culti esotici? un ministro italiano?), non restava che indagare chiedendo ai ferrovieri, tutti assai premurosi. Veniamo così a sapere che la suddetta Freccia Argento non poteva percorrere la tratta Roma-Firenze sulla linea ad alta velocità, impraticabile per impellenti Lavori In Corso, e dovendo esser dirottata sulla vecchia linea, sarebbe arrivata in ritardo. Per farla arrivare in orario a Genova, non c’era che farla partire in anticipo. Il ragionamento, ammettiamolo, non fa una grinza.
Ma la sete di conoscere non si placa, e gli anziani accademici incalzano: ma su quel treno partito in anticipo, giacché non li avete avvisati, c’erano o no dei passeggeri? Qui le risposte divergono: alcuni ferrovieri, palesemente in imbarazzo, rispondono che sì, è vero, di messaggi via sms non ne sono arrivati, ma forse hanno avvisato via WhatsApp (ma è obbligatorio avere WhatsApp? ed è mai possibile che parecchie decine di passeggeri non se ne siano accorti?). Altri prendono diplomaticamente le distanze da Trenitalia, ammettono che la Freccia Argento 8556 è partita semivuota, e confessano di non aver capito neanche loro come mai. Solo il tempo e la riflessione disvela la vera cagione della performance dadaista: l’art pour l’art. Non dubitiamone: la Freccia Argento ha certo vittoriosamente tagliato il traguardo di Genova, in orario se non in anticipo. Ma coi vagoni vuoti. Le statistiche, però, sono a posto: un treno in ritardo di meno, un treno in orario (se non in anticipo) di più.
P.S. : Con ammirevole tempismo, negli stessi giorni Trenitalia si è accorta che da ultimo la mia presenza sui suoi treni si era inspiegabilmente diradata, e mi ha giustamente punito degradando la mia Carta Freccia da “Oro” ad “Argento”. Non posso che chiedere scusa, e ammettere i miei torti. Come non approfittare più spesso di un servizio tanto impeccabile?
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