Ieri le segreterie dei partiti hanno ricevuto gli ultimi sondaggi. Il che, se ci pensate, crea una certa asimmetria: loro sanno di noi elettori ciò che noi elettori non possiamo sapere, perché vietato dalla legge. Così non possiamo neanche capire se dicono quel che dicono perché sanno qualcosa, o perché fanno solo finta di saperla, e provano a ingannarci.
Alla fine, una norma concepita per garantire l’elettore, per proteggere la sua libertà di voto lasciandolo sotto «il velo dell’ignoranza», rischia così di trasformarsi in un boomerang. Per non dire del «mercato nero» delle percentuali che gira sulle chat in Rete, e che attribuisce a note e spesso del tutto ignare case di sondaggi risultati solo parzialmente velati da nomi di fantasia (anche se poi neanche tanto: ce n’è uno appena arrivato che dà i risultati di Ducetta, Caimano, Lupi, Gemelle Kessler, Avvocato del Popolo, Pappagone e così via. E non dite che non avete capito chi sono le Kessler).
Così ieri Calenda ha annunciato come imminente il sorpasso della sua Azione ai danni della Lega. Lo ha fatto solo per influenzarci, o c’è una reale possibilità che un partito nato tre anni fa prenda più voti di uno fondato trentatré anni fa? Chi può dirlo? (In questo caso il verbo «potere» è usato in senso letterale: non possiamo proprio dirlo). Ciò che possiamo dire, perché è sempre successo anche a dispetto dei sondaggi, è che qualche sorpresina dal voto c’è da aspettarsela. E se si esclude quella per la coalizione vincente (la sproporzione di forze è troppo grande), le uniche partite aperte sono i potenziali sorpassi tra liste. C’è una corsa tra Terzo polo e Forza Italia, che potrebbe assegnare lo scudetto dei moderati all’uno o all’altro. E c’è una competizione per la coppa dei progressisti tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle, che un paio di mesi fa non avremmo previsto. Possiamo aggiungere anche un’altra cosa: i sondaggi che circolano sono, se non contrastanti, quantomeno diversi tra di loro. Si spiega: segnalano tendenze, più che fare fotografie. Il che vuol dire che, grazie a Dio, alla fine decidete solo voi, cari elettori.
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