Nel decreto 'Aiuti bis' che domani riceverà finalmente dal Parlamento il via libera, una manina - la solita, che andrebbe tagliata una volta per tutte - questa volta di Forza Italia, ha introdotto 'furtivamente' - anche perché di furto si tratta - un emendamento che toglie il tetto dei 240.000 Euro come compenso annuo massimo ai dirigenti pubblici. Il tetto prende a misura il compenso che lo Stato stabilisce per il presidente della repubblica e per il Presidente dlla Cassazione. Il parlamentare berlusconiano con il suo emendamento ha fatto infuriare Draghi.
Ma come, ha detto Draghi, si sta facendo di tutto, racimolando soldi qua e là per non far finire sul lastrico aziende e famiglie, e il partito di berlusconi pensa ad aumentare i compensi, già congrui, di dirigenti e pubblici amministratori?
Ora quell'emendamento non può essere né cambiato nè eliminato, perché il bicameralismo imporrebbe un nuovo passaggio parlamentare: Draghi però inserirà nel decreto 'Aiuti ter', che verrà varato questa settimana, un emendamento che cancella quell'infamia introdotta da Forza Italia.
In particolare:
Deroga al tetto manager della pa
Le forze politiche hanno previsto una deroga al tetto massimo di 240.000 euro agli stipendi del personale della pa e delle Forze dell'Ordine. Nello specifici il testo nomina: il capo della Polizia, il direttore generale della Pubblica sicurezza, l comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, il comandante generale della Guardia di finanza, il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), il capo di Stato maggiore della Difesa, i capi di Stato maggiore di Forza armata, il comandante del comando operativo di Vertice interforze, il comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto, i capi dipartimento della presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri, il segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri nonché i segretari generali dei ministeri.
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