giovedì 29 settembre 2022

Don Giovanni di Mozart diretto da Muti, regia di sua figlia Chiara, annullato al San Carlo di Napoli, va in scena a Torino e Palermo

 Dei non idilliaci rapporti fra Lissner e Muti si sa dagli anni in cui il francese era Sovrintendene alla Scala. E naturalmente si sa pure che proseguono anche ora che Lissner è approdato al San Carlo di Napoli.

 E sappiamo anche che mentre di Lissner - lo dicemmo a suo tempo anche di Fontana o di Meli - se ne possono trovare parecchi altri, non è altrettanto facile trovare o avere uno come Muti che nella 'interpretazione' musicale ha fatto e continua ancora a fare storia. E, per questo, gli si perdonano anche alcune sue prese di posizione smaccatamente familistiche, una fra tutte, che riguarda il Don Giovanni di cui vogliamo dire, quella di lavorare con tante orchestre italiane - quelle con cui mai aveva voluto lavorare in anni passati, anche dopo la sua uscita dalla Scala - in coppia con sua figlia Chiara, regista.

 Lissner, nel tentativo miseramente fallito di riagganciare - benché senza convinzione - il direttore, nella passata stagione, ha comunque ospitato una regia mozartiana di Chiara Muti.

 Adesso Muti, il direttore,  gira l'Italia con il Don Giovanni di Mozart, regista sua figlia. A novembre  sarà a Torino, sul podio dell'orchestra del Regio, e dopo, a Palermo, con l'orchestra del Massimo.

 Rispetto ai tempi in cui diceva male  - lo disse a noi - anche dell'Orchestra di Santa Cecilia, da tutti osannata (con qualche eccesso ingiustificato!), ne è passata di acqua sotto i ponti, giacchè adesso dirige qualunque orchestra italiana, solo  se con lui lavora anche sua figlia Chiara, regista. E non è che ora tutte le orchestre italiane sono salite di rango.

 Dobbiamo però anche dire, perché ne siamo altrettanto convinti, che la presenza di Muti sul podio di Torino e Palermo è un regalo preziosissimo per quelle orchestre. Perchè rifiutarlo?

 Le locandine dell'opera, sia a Torino ( novembre 2022) che a Palermo (ottobre-novembre 2023), sono pressoché sempre identiche, e lo sarebbero state anche con le recite a Napoli poi annullate. 


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