Due notizie. La prima è quella del crollo del prezzo del gas al megawattora dopo i record dei giorni scorsi. La seconda è una chiara posizione della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen sull’imposizione di un tetto al prezzo del gas russo. Ma cominciamo con la prima. Prosegue e si amplia il ribasso dei prezzi del gas. I contratti ottobre, scambiati sulla piattaforma Tff di Amsterdam, scendono al momento del 16,15% a 203,75 euro al megawattora, sui minimi di giornata. «Oggi sono in calo le quotazioni del gas Ttf dato che i flussi del Nord Stream 1 sembra che ripartiranno da domani al 20% di capacità, anche se Gazprom ha dichiarato che, visto il funzionamento di una sola turbina, ogni 42 giorni circa il gasdotto necessità di una periodo di manutenzione (il prossimo sarebbe a metà ottobre)» sottolineano gli analisti di Mps Capital Services. E nella giornata in cui il prezzo del gas subisce un importante crollo, arrivano le parole della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: «Sono della ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa». Lo ha detto in uno statement a margine della giornata di clausura dell'Unione in Baviera. La questione del prezzo al tetto del gas.
L’Italia da un pezzo chiede che venga adottata una misura del genere, ma l’opposizione di alcuni paesi del Nord Europa e della stessa Germania, hanno bloccato, finora, questa strada. Strada che, però, pare inevitabile se si vorrà calmierare il prezzo dell’energia anche in vista dell’autunno e dell’inverno. Anche il petrolio nel mirino. Ma lo scontro a livello internazionale sull’energia non si ferma al gas. I paesi del G7 si preparano, infatti, ad annunciare un accordo per l'introduzione di un tetto massimo di prezzo sugli acquisti di petrolio russo al fine di limitare i guadagni del Cremlino sulle esportazioni e ridurre il sostegno finanziario alla sua guerra contro l'Ucraina. Secondo quanto riporta il Financial Times citando funzionari informati dei colloqui, i ministri delle finanze di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Canada e Giappone sosterranno la mossa in una riunione prevista questo pomeriggio.
Il limite avrebbe efficacia in linea con gli embarghi della Ue sulle importazioni di petrolio russo: il 5 dicembre per il greggio e il 5 febbraio per i prodotti raffinati, ha affermato uno dei funzionari. La mossa ha il sostegno della Commissione Europea, ma avrebbe bisogno del sostegno degli Stati membri della Ue. Secondo i funzionari citati dal quotidiano inglese, perché la misura possa essere pienamente efficace sarebbe necessario il sostegno di paesi terzi che acquistano grandi quantità di petrolio russo, come l'India. Ieri la Russia ha minacciato di rifiutarsi di vendere petrolio a qualsiasi paese che adotti un meccanismo di price cap e ha avvertito che una misura del genere finirebbe con il destabilizzare il mercato globale del greggio. Pronta la replica del Cremlino nel caso di un price cap sull’energia: «Forniremo il petrolio altrove».
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