Non sorprende che in questi giorni la regina Elisabetta sia diventata protagonista, suo malgrado, di assurde teorie di complotto che fanno perno su un mistero inesistente: la bara vuota di Sua Maestà.
La dimensione cospirazionista non riuscirebbe proprio ad accettare che la regina Elisabetta sia morta. Per i complottisti Sua Maestà sarebbe ancora viva, come riportano Newsweek e Open, i quali citano anche i commenti molto fantasiosi di alcuni utenti di Twitter. Uno che crede di saperla lunga dice: “La Regina è sana e salva in una camera mortuaria da qualche parte fino al giorno del suo vero funerale. Mi dispiace deludervi ragazzi”. Un’altra, convinta di avere accesso a informazioni segretissime che noi comuni mortali possiamo soltanto sognare sostiene: “Penso che abbiano già seppellito la Regina e stiano solo portando in giro una bara vuota”.
Chiacchiere senza alcun riscontro spacciate per verità che dei non meglio precisati “poteri occulti” vorrebbero tenerci nascoste (chissà mai perché). Basterebbe fermarsi a riflettere un momento per capire che si tratta di sciocchezze: perché mai la regina Elisabetta dovrebbe starsene buona buona in una camera mortuaria (non esattamente un posto colmo di allegria), attendendo la sua “vera” fine? Per quale ragione, poi, la royal family dovrebbe lasciare che le guardie scarrozzino in giro per il regno una bara vuota? In fondo il periodo di lutto e il funerale della Regina sono studiati nei minimi dettagli decenni prima dell’evento
Non c’è vero complotto se non ci sono anche dei numeri da decifrare, che nasconderebbero significati oscuri ben evidenti solo a pochi “iniziati”, menti accorte che non seguono il gregge. Nel caso specifico la targa del carro funebre della regina Elisabetta: "WP4597”. Per qualche membro di Qanon questo non sarebbe un semplice numero di targa: “WP: Witness Protection (protezione testimoni). 45: Donald Trump (45esimo presidente Usa). 97: anno in cui ‘morì’ Diana” , (da notare le virgolette sul verbo “morì”. Per alcuni seguaci di Qanon, infatti, la principessa sarebbe ancora viva). Persino lo stendardo un po’ spiegazzato sulla bara di Sua Maestà avrebbe un significato esoterico: “Traditore”.
Ma come andrebbero interpretati tutti questi (falsi) riferimenti? Non è dato saperlo. La presenza di Trump però, non deve stupire: per Qanon l’ex presidente americano sarebbe stato coinvolto in un complotto che lo ha rovesciato (rimane oscuro cosa c’entri con la morte della Regina). Sembra di rileggere la teoria complottista secondo cui Paul McCartney sarebbe morto e sarebbe stato sostituito da un sosia, come ci “comunicherebbe” la targa del maggiolino bianco sulla cover di Abbey Road.
Le teorie più deliranti sulla vita e la morte della regina Elisabetta stanno spuntando come funghi su Internet. Per qualcuno il cantante Prince sarebbe stato ucciso per fare un regalo alla sovrana, per altri la Regina e il principe Filippo sarebbero due “lucertole” stile Visitors. Non è finita: alcuni sostengono che nella bara di Elisabetta II sarebbe stata sistemata una telecamera (e perché mai?), altri che i corgi della Regina saranno sepolti vivi con lei (spoiler: se ne prenderanno cura il principe Andrea e Sarah Ferguson). C’è anche la storiella del tweet che avrebbe predetto la morte della monarca. Niente di più facile: basta creare un account privato dove nessuno può leggere i post, scrivere ciò che si vuole, eliminare le previsioni sbagliate e rendere pubblico il profilo con il pronostico “giusto”.
Il potere delle fake news è dilagante, soprattutto nell’era dei social, in cui la comunicazione è immediata. I motivi alla base di bufale simili sono molteplici. A parte eventuali problemi psichiatrici di qualche utente, leoni da tastiera e troll, c’è il desiderio di molti di distinguersi dalla massa, di influire, avere voce in capitolo su questioni di cui non hanno il controllo (o che non conoscono affatto). Parlare, dire la propria a qualunque costo, sempre e su ogni argomento, spesso con arroganza, come se bastasse per sentirsi vivi (del resto è più facile, altrimenti bisognerebbe affrontare anni di studio e fatica per padroneggiare un argomento, ben sapendo di non sapere mai). In fondo, come c’è diritto di parola, c’è anche diritto alla sciocchezza. Ma, per parafrasare il celebre poster di X Files: “La Verità è là fuori”, bisognerebbe dire: “La vita è là fuori”.
Nessun commento:
Posta un commento