Prima Nazionale
Heiner Goebbels – David Bennent – Ensemble Modern
Liberté d’action
Un nuovo misterioso lavoro di Heiner Goebbels.
Affascinante il modo in cui l’attore lavora con la lingua: Bennent articola le parole in tedesco e francese in modo cristallino, e mentre parla si tiene a distanza da ciò che è stato detto, spesso stupito di ciò che ha prodotto lui stesso. Il testo diventa in qualche modo luminescente, offre un significato, che va oltre il senso della parola. I suoni sembrano tridimensionali. La serata è difficile da afferrare, non perché le cose siano troppo complesse, ma perché sono peculiari nel senso migliore. Liberté d’action non parla dell’ovvio, ma del mezzo.
Stefan Arndt, Hannoversche Allgemeine
Non viaggio più.
Perché viaggiare dovrebbe interessarmi?
È con queste parole che il pittore e poeta Henri Michaux inizia il suo testo Liberté d’action nel 1945 ed è con questo titolo che il grande regista e compositore Heiner Goebbels presenta il suo ultimo lavoro, una messa in scena dei testi di questo artista genuinamente anticonformista.
Sul palco l’attore David Bennent e i pianisti dell’Ensemble Modern danno vita a un elegante spettacolo di teatro musicale per voce, elettronica dal vivo e due pianoforti preparati, accompagnato da un sorprendente gioco di luci e tecnologia.
Liberté d’action esplora – linguisticamente, vocalmente, musicalmente, scenicamente – l’autonomia e la dipendenza. Nato a Namur, in Belgio, nel 1899 e morto a Parigi nel 1984, Henri Michaux è uno dei grandi talenti e outsider dell’arte europea del XX secolo. Ispirato dagli esperimenti con gli allucinogeni, è stato un pittore eccezionale le cui opere sono state esposte ovunque nel mondo dalla fine degli anni ’50, e allo stesso tempo è stato un poeta eloquente e modernissimo, dal linguaggio potente, per il quale le parole non sono più al servizio della comunicazione, ma ciò che non si può comunicare (Octavio Paz). Nei suoi testi poetici e riflessivi, suggestivi e al tempo stesso esplosivi, Michaux si abbandona a una sorta di esorcismo contro sé stesso e il resto del mondo, mentre con i suoi dipinti cerca di esprimere l’indicibile. Entrambe le forme espressive sono caratterizzate da forti gestualità e musicalità ritmiche.
“Non posso nemmeno dire cosa trovo più affascinante del lavoro di questo artista: i testi o i dipinti, proverò ad avvicinarmi a lui con un terzo mezzo, la musica” – ha dichiarato il Maestro tedesco.
In questo concerto performativo, la fondamentale sfiducia di Michaux nei confronti della lingua corrisponde a una voce che, nell’originale francese e nella traduzione tedesca, agisce in maniera virtuosa e varia, e viene ripetutamente sfidata e repressa: dai suoni dei due pianoforti preparati, dall’elettronica dal vivo e dall’uso delle luci e della tecnologia. Anche “la libertà d’azione”, è strettamente limitata sul palco, proprio come nella vita reale.
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