Il messaggio che passa, dopo aver assistito alla affollatissima conferenza stampa alla Salle Garnier per la presentazione della stagione 2023 dell’Opéra di Monte-Carlo, è di continuità, soprattutto qualitativa. Perché questo teatro, che per quindici anni è stato diretto da Jean-Louis Grinda con risultati che sono sotto gli occhi di tutti e hanno reso onore alla sua passata tradizione, ora passa nelle mani di Cecilia Bartoli, la diva che, amica di Grinda e da lui stesso voluta a succedergli in questo incarico, inizia la conferenza stampa dichiarandosi felice di prendere il timone del comando indirizzato verso un futuro ben consapevole del prestigio di un teatro dalla storia leggendaria.
La grande cantante presenta la stagione e da subito insiste sull’idea di continuità (parole espresse con chiarezza anche nell’editoriale al volume che illustra il cartellone: “Il me tient également à cœur de créer une continuité, ou plutôt construire sur les bases posées avec succès depuis de nombreuses années par mon prédécesseur, Jean-Louis Grinda”), passa spesso la parola a Grinda, come a voler dimostrare che il passaggio di consegne dal suo predecessore a lei è avvenuto grazie a un lavoro di équipe e di reciproca stima col direttore uscente che, dal canto suo, esprime alla cantante tutta la soddisfazione per aver lavorato con lei nelle molte tournée che hanno portato il nome dell’Opéra di Monte-Carlo nel mondo con l’orchestra Les Musiciens du Prince-Monaco (fondata nel 2016 da Grinda e dalla Bartoli con il sostegno del Principe Alberto II), ensemble con strumenti storicamente informati ora guidato, in qualità di direttore principale, da Gianluca Capuano, anche lui presente al tavolo dei relatori assieme a Oliver Widmer, consigliere delegato oltre che consorte della Bartoli, e a Magdalena Grob, direttrice della comunicazione.
Senza dimenticare il passato si volta dunque pagina, con una Bartoli visibilmente lieta di partecipare ad un progetto di guida del teatro che mostra già frutti evidenti nello scorrere gli otto appuntamenti del prossimo cartellone. La scelte artistiche della nuova stagione coniugano tradizione e modernità, come sottolinea la stessa Principessa Carolina, Presidente del consiglio di amministrazione del teatro monegasco, nell’editoriale che apre la ricca brochure che la illustra. Abbastanza prevedibile appare lo spazio dedicato al barocco, che non è comunque una novità, dato che già in passato Grinda aveva prestato molta attenzione a cavalcare l’onda in piena di rinascita di questo repertorio.
Il cartellone, dunque, si aprirà e chiuderà all’insegna del barocco, con Alcina di Händel e L’Orfeo di Monteverdi, quest’ultimo proposto in una versione scenica che vedrà il coinvolgimento delle marionette dei fratelli Colla. Cecilia Bartoli vestirà i panni della protagonista per il titolo händeliano, proposto in uno spettacolo di Christof Loy in coproduzione con l’Opernhaus di Zurigo e con un cast che vedrà schierati i nomi di specialisti come Philippe Jaroussky, Sandrine Piau, Varduhi Abrahamyan, Maxim Mironov e Péter Kálmán. Sul podio ci sarà Gianluca Capuano, alla cui bacchetta verrà affidata anche la direzione dell’opera di Monteverdi, sempre alla testa de Les Musiciens du Prince-Monaco. Ancora Capuano dirigerà l’esecuzione dello Stabat Mater di Rossini con un quartetto di solisti prestigioso (Maria Agresta, Varduhi Abrahamyan, Celso Albelo e Ildebrando d’Arcangelo), questa volta alla guida dell’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo e del Coro dell’Opéra diretto da Stefano Visconti, giustamente lodato in conferenza stampa per il livello qualitativo raggiunto grazie al lavoro svolto dal maestro livornese.
In febbraio sarà la volta di Andrea Chénier di Giordano nell’allestimento di Pierfranco Maestrini, in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna. Sul podio ci sarà Marco Armiliato e sul palcoscenico un cast da capogiro, con protagonista Jonas Kaufmann, affiancato da Maria Agresta e Claudio Sgura.
Si arriva a marzo, con un recital pianistico di Daniel Barenboim, musicista caro alla Bartoli fin dai primi anni di carriera. Nello stesso mese verrà ripreso il felice allestimento di Jean-Louis Grinda de La traviata di Verdi, spettacolo nato sulle scene monegasche e che avrà come altisonanti protagonisti Aïda Garifullina, Javier Camarena, tenore messicano per la prima volta impegnato nei panni di Alfredo e Plácido Domingo come Germont.
Il mese di marzo sarà piuttosto intenso all’Opéra di Monte-Carlo. Verranno infatti eseguite Le nozze di Figaro di Mozart dirette da Philippe Jordan in un allestimento proveniente dalla Staatsoper di Vienna, con i complessi del teatro stesso: uno scambio culturale che vedrà il teatro viennese ospite nel Principato dopo la trionfale tournée rossiniana che l’estate scorsa segnò il trionfo de Les Musiciens du Prince-Monaco e di Cecilia Bartoli all’Opera di Vienna.
Cecilia Bartoli sarà ancora fra i protagonisti, come Rosina, insieme a Nicola Alaimo (Figaro), Levy Sekgapane (Il Conte d’Almaviva), Alessandro Corbelli (Don Bartolo) e Ildar Abdrazakov (Don Basilio), dell’allestimento de Il barbiere di Siviglia di Rossini firmato dalla regia di Rolando Villazón e con la partecipazione straordinaria del trasformista Arturo Brachetti, spettacolo già trionfalmente accolto al Festival di Salisburgo. E alla Bartoli brillano gli occhi quando ricorda che, proprio con Rosina, cantò per la prima volta sulle scene monegasche nell’ormai lontano 1989, al fianco di Gabriel Bacquier, Raúl Giménez e Fedora Barbieri nei panni di Berta, con la regia di Luigi Alva.
Ci saranno poi le tante tappe che la vedranno impegnata con il complesso de Les Musiciens du Prince-Monaco diretto Gianluca Capuano nella lunga tournée che toccherà molte città europee e, nel corso della quale, verrà eseguita anche La clemenza di Tito di Mozart; lei vestirà i panni di Sesto, al fianco di John Osborn in quelli di Tito e di Fatma Said come Vitellia.
La conferenza stampa non finisce con la presentazione di quanto si è fin qui scritto. Cecilia Bartoli saluta il pubblico monegasco con un omaggio canoro. Mirabilmente accompagnata al pianoforte da Gianluca Capuano canta tre pagine, “Ti voglio tanto bene”, “La canzonetta spagnola” di Rossini e “Non ti scordar di me”; le canta sì, ma soprattutto le minia in ogni più piccolo particolare, fra sospiri e note accarezzate con una musicalità e un’arte vocale del fraseggio che conquistano ed emozionano. Jean-Louis Grinda, mentre lei distilla e ricama le note, osserva con soddisfazione e ammirazione chi gli succederà alla guida del teatro, mentre il pubblico la acclama. Il gioco sembra fatto: l’Opéra di Monte Carlo prosegue il suo cammino, glorioso, nella storia!
Per maggiori informazioni sulla stagione: https://2023.opera.mc/
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