E' strano. Si tratta dell'unico caso di una amministrazione comunale, di destra (sostenuta da Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia), presieduta da Alan Fabbri, in quel di Ferrara, nella quale la cultura musicale alta è tenuta in grande considerazione. Più che per volontà dell'assessore alla cultura - che a detta di molti conta poco - per la presenza nella città, che è poi la sua, di Vittorio Sgarbi che è presidente di 'Ferrara Arte' e che ha voluto rinverdire i fasti della vecchia 'Ferrara Musica' che Claudio Abbado fondò e diresse per qualche tempo coadiuvato dalla sua piccola corte. Ferrara è anche patria del ministro Franceschini.
A proposito di corte, la rinascita di 'Ferrara Musica' si deve a cospicui finanziamenti, quegli stessi che l'attuale dirigenza non avendoli trovati più, dopo anni, a Milano abbandonò MiTo, il Festival in svolgimento in questi giorni che coinvolgeva Torino e Milano. E cioè Francesco Micheli, il noto finanziere soprannominato 'barone rosso', il suo attendente, con mansioni artistiche, Enzo Restagno, e l'organizzatrice ing. Colombo, già sua compagna e che ha Ferrara ha una consulenza 'strategica'.
Il Trio milano-torinese, installato a Ferrara da Sgarbi, sta facendo rinascere Ferrara 'Musica' che si inaugura con un concerto in onore di uno dei suoi concittadini più celebri della storia musicale, Girolamo Frescobaldi (sarebbe il caso che anche Roma, l'anno prossimo, anniversario centenario del musicista, organista di San Pietro, pensasse ad onorarlo).
Sfileranno sul palco del Teatro Comunale 'Claudio Abbado', ed anche in altri luoghi storici della città, orchestre complessi cameristici e solisti di valore.
Fra tutti l'Orchestra 'Mozart', fondata e guidata da Abbado e che alla sua morte, fu lasciata al suo destino anche dalla famiglia, ma che ora diventa 'residente' a Ferrara e con la direzione di Daniele Gatti, eseguirà l'intero ciclo delle sinfonie beethoveniane in tre stagioni. Ci auguriamo sia l'inizio di una nuova vita, senza contare sulla famiglia che c'è stata finchè conveniva.
Nel programma ha destato una particolare attenzione in noi un breve ciclo di concerti pianistici, affidati a tre giovani, ed intitolato 'Piano Time'- lo stesso nome della nostra rivista che fondammo esattamente quarant'anni fa, nel 1983, che Restagno e forse anche Micheli, conoscevano certamente.
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