Muti accenna al poco riguardo che si ha in Italia verso Verdi. Che vuol dire?
“Penso alla sua casa di Sant’Agata, dove tutto è come lui l’aveva lasciata, che è messa all’asta. Una vergogna che il governo non intervenga. Dovrebbe essere un museo. E’ dell’autore più eseguito al mondo”.
Quando terminerà l’incarico con la Cso, c’è ancora qualcosa che vorrebbe fare?
“Avrò tempo solo per la musica. Mi piacerebbe una tournée in Alaska ma soprattutto dedicarmi ancora di più ai giovani. Riscoprire con loro la musica italiana sinfonica, quella sì cancellata, e il repertorio della grande scuola napoletana del Settecento. L’Italia non è solo Vincerò”.
A proposito di giovani, con la sua orchestra Cherubini dall’11 luglio farete il nuovo concerto delle “Vie dell’Amicizia”.
“Col Ravenna Festival dal 1997 visitiamo con la musica luoghi simbolo del pianeta: andremo nei santuari mariani di Lourdes e di Loreto, mentre l’anno prossimo saremo alle Fosse Ardeatine con la sinfonia di William Schuman dedicata a quell’eccidio. Quest’anno sono con noi alcuni coristi ucraini che avevo diretto a Kiev nel 2018 e ora, con la guerra, ospiti a Ravenna. E’ andata a prenderli in pullman, fino al confine con la Romania, mia moglie Cristina che ha solo due anni meno di me, ogni tanto mi fa incavolare, ma è una forza della natura”.
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