Sarà 'Il Barbiere di Siviglia' di Gioachino Rossini per la regia di Davide Livermore, il 22 gennaio 2023, ad aprire la prossima Stagione d'Opera e Balletto della Fondazione Teatro Petruzzelli. Dieci titoli che comprendono due nuove produzioni della Fondazione barese, 'Turandot' di Giacomo Puccini (13 settembre, i cui dettagli non sono stati ancora svelati) e 'The Rape of Lucretia' di Benjamin Britten, per la regia di Yannis Kokkos (15 novembre). Poi un grande ritorno, 'La Bohème' di Puccini, per la regia di Hugo de Ana (21 dicembre). Ancora, cinque produzioni internazionali firmate dai grandi nomi della lirica: 'Salomè' di Richard Strauss per la regia di Damiano Michieletto (24 febbraio), 'Attila' di Giuseppe Verdi per la regia di Daniele Abbado (21 aprile), 'Otello' di Verdi per la regia di Francesco Micheli (23 giugno), 'Tannhauser' di Richard Wagner per la regia di Patrick Lange (11 ottobre). Non ultimi due appuntamenti dedicati alla danza con le compagnie Les Ballets de Monte Carlo (9 marzo) e Béjart Ballet Lausanne (26 ottobre).
La Stagione Concertistica, al via dal 5 gennaio, offrirà al pubblico 23 appuntamenti con grandi concerti dell'orchestra e del coro della Fondazione Petruzzelli e musicisti solisti del calibro di Michail Pletnev, Gautier Capucon, Hélène Grimaud, Alexander Lonquich, Grigory Sokolov, Antoine Tamestit. Da segnalare i 'Dialoghi di rinascita, per coro misto ed elettronica' di Pasquale Corrado con la direzione di Fabrizio Cassi, e il 'Concerto per percussioni e orchestra', in prima esecuzione assoluta, commissionato dalla Fondazione Petruzzelli al compositore Carlo Boccadoro. A dirigere l'orchestra, accanto a Hansjorg Albrecht e Giacomo Sagripanti, si avvicenderanno durante la stagione Stefano Montanari, al suo debutto, Marc Albrecht, Pascal Rophé, Jordi Bernàcer, Jaume Santonja. La campagna abbonamenti sarà aperta dall'1 al 30 luglio. (ANSA).
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Dieci titoli fra opera e balletto, due nuove produzioni della fondazione lirica pugliese ( The Rape of Lucretia, Turandot), con una altalena, fra gli otto titoli d'opera, fra titoli del grande repertorio ed altri che forse, dopo la pandemia, non sono proprio il massimo, Biscardi, per riportare il pubblico a teatro: The Rape of Lucretia, Salome, Tannhauser, Attila.
Si dirà che nella stagione c'è Barbiere, c'è Bohème, e ci sono anche Otello, Turandot.
Sì, ma cosa dirà il Petruzzelli , a fine stagione, se i titoli che hanno poco richiamo sul pubblico, saranno in parte della stesso disertati? Dirà che il pubblico va educato, gli va mostrato man mano anche ciò che non conosce e se poi non capisce, peggio per il pubblico!
Risponderà, forse, il Petruzzelli alla stessa maniera di Luciano Berio, il noto compositore, che al pubblico romano che non aveva manifestato gradimento per certi programmi da lui confezionati nel tempo in cui fu alla guida dell'Accademia di Santa Cecilia: chissenefrega! Impari!
Che è anche ciò che disse a seguito di un'altra polemica che per un periodo accese un dibattito duro a Roma, sulla mancata costruzione di un organo nella sala grande dell'Auditorium romano: l'organo è uno strumento da chiesa, tagliò ogni discussione Berio, anche dopo che Renzo Piano, suo amico, aveva fatto il progetto per la collocazione dello strumento a canne nella Sala 'Santa Cecilia'. Dimostrando, in questo caso, che l'ignorante, imperdonabile, fosse proprio lui che veniva, non si dimentichi, da una famiglia di organisti.
Tutto questo per dire che non ci si può lamentare della mancanza di pubblico - come ha fatto ad esempio Pereira a Firenze - se non lo si accompagna per mano a rimettere piede in teatro. Magari con titoli che appartengono alla grande tradizione e che, in maniera diversa per ciascuno, il pubblico non giovane ha ancora impresso nella memoria. ( P.A.)
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