Alexander Pereira, incalzato dall'interno del teatro che dirige, per le spese, extra stipendio: 240.000 Euro, a carico dell'istituzione fiorentina, sembra aver convinto il Sindaco, presidente del teatro, per non aver fatto la cresta, inserendoci nell'elenco spese che nulla avrebbero a che fare con la 'promozione' del teatro, e cene, viaggi ed incontri per procurare nuovi sponsor.
Una volta sgravato dell'accusa di aver profittato, Pereira ha a sua volta accusato maldestramente il suo predecessore: se non fosse arrivato lui, il Maggio sarebbe fallito.
Chiarot non l'ha presa bene e gli ha risposto per le rime, rompendo il silenzio e l'isolamento che si è proposto da quando ha lasciato Firenze, ed a Venezia, in pubblico o alla Fenice non si è fatto più vedere.
Pereira, avendo capito di averla fatta 'fuori del vasetto'- come si dice a Roma - ha risposto alla lettera risentita di Chiarot dicendo che le sue dichiarazioni sulla situazione finanziaria del teatro non si riferivano alla gestione Chiarot, bensì agli anni di pandemia nei quali il teatro era rimasto inattivo quasi del tutto, e nonostante ciò, era riuscito a chiudere il bilancio in attivo.
Qui le questioni, sulle quali serve fare un pò di chiarezza sono due.
La prima riguarda il bilancio del teatro negli anni di pandemia. Se il FUS ha continuato a finanziare i teatri, sebbene a tale finanziamento non si è unito l'incasso di botteghino, il teatro doveva riuscire a pagare gli stipendi e quindi a chiudere in attivo. Non si dice che il finanziamento statale, in linea di massima, serve a coprire le spese per i dipendenti, e che dal botteghino arrivano i soldi per gli allestimenti? Ci vuol forse dire Pereira che lui è stato così bravo che nonostante il FUS e nonostante l'inattività, è riuscito a non chiudere in passivo?
E poi c'è la questione della sostituzione di Chiarot con Pereira, per volontà congiunta di Nardella e Nastasi - il grande suggeritore/guastafeste.
Nastasi, chiamato a Firenze da Nardella, suo sodale da sempre, ha procurato il terremoto delle dimissioni di Chiarot e Luisi, per far posto a Pereira - a lui gradito - fatto fuori da Milano. Perchè lo fece Nardella? Anche per altre ragioni oltre che per l'antico legame. Ad esempio, la necessità di avere dal Ministero i milioni necessari per terminare i lavori al nuovo teatro. Giusta causa, ma che in un paese normale si raggiunge anche senza procurare sconquassi, per volontà del satrapo di turno.
Che Nastasi trami ogni volta, all'occorrenza buttando a mare chi ha prima sostenuto, l'ha dimostrato anche di recente, togliendo il sostegno alla Purchia, sua fedelissima già sovrintendente a Napoli, contro la volontà di De Magistris, e poi a Torino, ed ora assessore, quando questa ha voluto appoggiare per la sovrintendenza a Torino, il direttore generale del teatro Mulè, fratello del sottosegretario Giorgio. Nastasi, alla notizia di un'inchiesta sul Regio commissariata dalla Purchia, ha risposto che era giusto che l'inchiesta si facesse, sconfessando di fatto la sua protetta.
Il fatto è che a tenere in vita, ed anche in auge al Ministero, il grande&grosso direttore generale, è stata ed è tuttora, la scarsa esperienza di tutti i ministri che si sono succeduti al Collegio romano, ai quali Nastasi ha prestato i suoi servigi, graditissimi dagli ignoranti ministri, che, per questo, l'hanno sempre graziato e protetto.
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