Settantaciqnue anni, una gloria russa, ucraino per parte del nonno materno, il direttore d'orchestra Vasilij Sinaiskij avrebbe dovuto dirigere un concerto della Filarmonica di San Pietroburgo, che non dirigerà 'per motivi di salute' - la versione ufficiale della propaganda putiniana - per festeggiare il suo compleanno. Un concerto programmato da tempo, prima dell'invasione dell'Ucraina.
All'indomani della quale, Sinaiskij aveva definito l'offensiva russa ' ingiusta e vile' ed aveva anche criticato i musicisti che non si erano pronunciati contro l' operazione militare speciale - come hanno definito in Russia la guerra all' Ucraina. 'La verità non è dalla parte della Russia' aveva aggiunto senza mezzi termini.
Si riferiva naturalmente a Gergiev e alla Netrebko, i più noti fra tutti i musicisti che si sono ben guardati dal condannare la guerra di Putin.
Dopo quella sua presa di posizione si era subito capito che il concerto per i suoi 75 anni sarebbe saltato. Come non bastasse, la propaganda aveva cominciato ad ingiurare il direttore, definendolo 'bastardo', e spingendosi anche ad accusarlo di non aver avuto remore ad accettare soldi russi, e poi permettersi di criticare le azioni delle autorità. Il fatto è che quell'accusa infame calzava a pennello praprio a Gergiev, il direttore che non avrebbe mai potuto condannare la guerra dell'amico Putin che da sempre è stato suo protettore e finanziatore.
Ora, nonostante quel che dicono il ministro degli esteri russo e l'ambasciatore russo in Italia, agli artisti che non hanno voluto condannare la guerra, l'Occidente ha semplicemente vietato di esibirsi, ma a nessuno è stato detto che era un bastardo, come invece hanno fatto in Russia per Sinaiskij e forse per chissà quanti altri non sono d'accordo con le decisioni belliche del Cremlino.
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