Caso Maggio Musicale: l’ex sovrintendente Cristiano Chiarot non ci sta. E in una lettera aperta al successore Alexander Pereira risponde alle dichiarazioni di quest’ultimo circa la condizione economica del Maggio, dopo le polemiche legate alle sue spese a carico della Fondazione lirica. "Affermando che senza il tuo arrivo il Maggio sarebbe fallito – scrive Chiarot – dichiari qualcosa che stride con i fatti". Citando la nota integrativa al bilancio consuntivo 2019, Chiarot ricorda che "il risultato d’esercizio si era chiuso con un avanzo di poco meno 1,3 milioni", risultato ottenuto "senza poste straordinarie, senza ammortamenti e dimostrando l’efficacia del percorso di risanamento intrapreso". L’ex sovrintendente snocciola dati e cifre. " Il patrimonio disponibile, aggiunge infatti Chiarot, "che nel 2017 era pari a meno 4.951.650, a chiusura del 2019 era di più 1.505.801, e soprattutto erano stati azzerati i debiti con gli artisti" pari a circa quattro milioni".
Altro che fallimento. Chiarot rivendica anche "le stagioni liriche e sinfoniche programmate nei dettagli", il "Festival 2020 con alcuni titoli già stabiliti" e "una saturazione della sala dell’80% per la lirica e 87% per la sinfonica, una biglietteria in forte crescita, una pianificazione di cassa pluriennale che comprendeva pagamento di debiti, stipendi, spese artistiche in maniera regolare". "Niente a che vedere - continua - con la situazione di fallimento che hai paventato, anzi. Certo il forte debito del Maggio rimaneva, ma, come evidenziano i numeri, avevamo cominciato ad aggredirlo e ridurlo, dopo decenni in cui era solo esploso in maniera incontrollabile".
La situazione, conclude Chiarot, "era equilibrata, preoccupante per lo stock di debito, ma perfettamente sotto controllo grazie anche a una dirigenza di qualità che tu stesso hai riconfermato. Situazione ben diversa, lasciamelo dire, dal contesto che ho affrontato nel 2017" Chiarot, che augura a Pereira di superare questo momento delicato, ricorda come nella nota Integrativa al bilancio consuntivo 2019 "è scritto che quel risultato fu ottenuto, tra l’altro, con l’innalzamento della produzione premiato con un significativo aumento del contributo Fus che è poi diventato strutturale negli anni successivi". A questo "si è aggiunta una gestione della tesoreria che ha consentito di pagare con regolarità le rate del servizio del debito ma, soprattutto, di far fronte a tutte le scadenze fiscali e contributive, ciò fu possibile solo dopo una faticosissima transazione fiscale che ha messo in ordine l’Irpef non pagata nel 2016 e 2017". "Non posso e non voglio poi dimenticare l’attività svolta - sottolinea ancora - per recuperare il rapporto con il maestro Mehta per tenerlo a Firenze quale direttore onorario a vita. Quanto detto anche per valorizzare lo sforzo fatto da tanti che hanno lavorato con me al
Maggio in quegli anni, senza dimenticare le Istituzioni pubbliche in primis il sindaco presidente sempre generosamente impegnato per il Maggio e la Regione Toscana". Per Chiarot "che le cose non andassero proprio male lo testimoniano i tre giorni da te trascorsi a Firenze per seguire le prove del Macbeth diretto dal maestro Muti, fu un riconoscimento averti ospite così a lungo". "Tutto questo lo scrivo - con conclude - per ristabilire alcuni fatti".
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