domenica 3 aprile 2022

Riccardo Frizza direttore principale di Orchestra e Coro della Radio ungherese

 

Riccardo Frizza è stato appena nominato Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica e del Coro della Radio Ungherese, il mandato inizierà a partire dalla stagione 2022/23. Questa collaborazione è il frutto di un rapporto speciale che Frizza condivide con l’orchestra, con la quale ha lavorato la prima volta nel 2010. 

Riccardo Frizza ha dichiarato: «Essere il nuovo Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica e del Coro della Radio Ungherese è un grande onore per me. Ammiro molto i musicisti e l’incredibile patrimonio culturale di questo paese ed essere a Budapest mi riempie sempre di gioia. Sin dalla prima volta che ho lavorato con questa orchestra, abbiamo avuto una profonda intesa musicale. Oggi sono felice di potere lavorare insieme regolarmente, sviluppando e rafforzando ulteriormente il nostro percorso artistico. Sono fiducioso che insieme saremo tra le migliori e più prestigiose orchestre europee. Questo è il mio obiettivo! O – meglio – il nostro obiettivo, ora posso dirlo».

Il 24 marzo  scorso, il Maestro Frizza  alla Bartók National Concert Hall del Müpa, ha diretto la Sinfonia n. 2 in do minore per soli coro e orchestra “Resurrezione” di Gustav Mahler: all’Orchestra e Coro della Radio ungherese si sono aggiunti il Kodály Choir Debrecen, il soprano Kinga Kriszta e il mezzosoprano Erika Gál. «Con questo concerto – prosegue Riccardo Frizza – continuo il mio progetto interpretativo delle Sinfonie di Mahler e del grande repertorio sinfonico tedesco. Dirigere in questi giorni la Sinfonia “Resurrezione” è straordinariamente impegnativo dal punto di vista emotivo: quest’opera continua a parlare alla nostra coscienza oggi come alla fine dell’Ottocento. Il fiume di musica e di canto meravigliosi che la inonda ci parlano di un’umanità lacerata e attonita. Mahler, di questo tormento, cercò la chiave per l’intera sua vita compositiva. Oggi noi cerchiamo di entrare in questo mondo di sofferenza espressa con le altezze vertiginose della musica, sperando di trovare – come il compositore – una qualche idea di Resurrezione».

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