I soldati russi responsabili dell'uccisione di decine se non centinaia di civili Bucha, che hanno scritto una delle pagine peggiori dell'intero conflitto in corso in Ucraina, hanno ricevuto un trattamento speciale dal loro Zar. Soprannominati "macellai" per le azioni compiute e inconfutabili agli "occhi" impietosi di droni e telecamere che hanno filmato e fotografato i cadaveri nelle strade, si sono spostati adesso verso il Donbass che è il nuovo centro nevralgico del conflitto ma stanno iniziando a subire numerose perdite perché, anche laggiù, l'esercito ucraino è ben determinato a difendere il proprio territorio. Ma c'è dell'altro che li riguarda.
Dopo aver completato la loro missione, infatti, la 64esima brigata russa ha fatto rientro in patria per un normale periodo di riposo. Nel frattempo, l'intelligence ucraina aveva reso noti i loro nominativi affinché fossero perseguiti e puniti. Come spiega Repubblica, l'Istituto per lo studio della guerra americano ha segnalato una cosa interessante: rispetto a tutte le altre brigate che, dopo le varie missioni, hanno goduto di un certo periodo di "stacco", loro sono stati immediatamente rispediti in Ucraina a combattere. Perché mai, proprio loro? La spiegazione è semplice e spietata: Putin li ha rispediti in guerra sapendo che avrebbero subìto delle perdite così da avere meno testimoni possibili qualora fossero stati chiamati a rispondere sui crimini di guerra compiuti a Bucha...
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