Da giorni non si sentiva più parlare delle trattative di pace. Uno stallo che si credeva riconducibile ai tragici fatti di Bucha. Poi ieri, dopo che la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva detto che Mosca «non si fida» più dei negoziatori ucraini, la notizia che la Russia ha consegnato all'Ucraina una bozza di accordo.
«La palla è nel loro campo e stiamo aspettando la risposta», ha chiarito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Alla metafora calcistica ha replicato il presidente Volodymyr Zelensky: «Per giocare a calcio serve la palla, ma il Cremlino sta giocando da solo». In conferenza stampa con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il leader ucraino ha poi ribadito di essere «pronto al dialogo»: «Lo sono stato per tre anni e lo sono ancora: ma Mosca non è pronta per un accordo di pace».
Parlando di Mariupol, Zelensky ha detto che «l'assedio si può fermare in due modi: con le armi o con la diplomazia. Per quanto riguarda le armi ci serve l'equipaggiamento pesante che abbiamo chiesto ma non ancora ottenuto; per quanto riguarda la diplomazia, la Russia fa il suo gioco e non è in grado di proporre veri accordi». Per Mosca i negoziati non si sono affatto interrotti, ma secondo il ministero degli Esteri russo affinché «siano costruttivi» Kiev «deve cominciare a cercare accordi realistici». All'ordine del giorno, per la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, ci sono sempre «le questioni della smilitarizzazione e della denazificazione, il ripristino dello status ufficiale della lingua russa e il riconoscimento delle attuali realtà territoriali, inclusa la proprietà russa della Crimea e l'indipendenza delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk».
Una bozza di accordo su questi temi è stata presentata a Kiev il 15 aprile, ma il Cremlino accusa i negoziatori ucraini di «trascinare il processo negoziale, rifiutandosi di mostrare un approccio costruttivo su questioni prioritarie e talvolta rifiutando di rispondere prontamente ai materiali e alle proposte avanzate dalla controparte russa». Se le trattative procedono a rilento, la responsabilità sarebbe dunque degli ucraini. Peskov li ritiene responsabili di aver cambiato tono durante le trattative di pace e di aver fatto dietro front sugli impegni presi. Kiev ha confermato di aver ricevuto le proposte russe, formulate in seguito ai colloqui che si sono svolti in Turchia alla fine di marzo, al termine dei quali era emerso un qualche spiraglio di dialogo. Ma ora prende tempo per studiare il dossier. Il capo dell'ufficio presidenziale di Kiev, Mykhailo Podolyak, ha spiegato che «l'Ucraina aveva consegnato le proprie proposte sulle disposizioni agli avversari ai negoziati di Istanbul». In particolare quelle che riguardano le garanzie di sicurezza per prevenire altri attacchi in futuro. «La parte russa le ha studiate e ha presentato la propria posizione. Ora tocca a noi studiare e trarre conclusioni», ha detto Podolyak.
Al telefono con il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha ribadito che il risultato dei negoziati tra Mosca e Kiev «dipende solo dalla volontà dell'Ucraina di tenere conto delle richieste legittime» della Russia.
Dopo l'appello per il cessate il fuoco in occasione della Pasqua ortodossa, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ci riprova, chiedendo un incontro con Putin e Zelensky.
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