Roma. Ricordiamo bene quelle esaltanti giornate inaugurali, durante le quali Veltroni, ma anche Gianni Letta, sottosegretario di Berlusconi, non mollarono neppure per un solo istante le loro poltrone in sala. Sembrarono tutti convertiti alla musica - lo diciamo per Veltroni, perchè Letta segue i concerti ( mai che fosse venuto in mente a Berlusconi di fare un salto all'Auditorium; lui no, si contentava di mandarci Letta, mentre pensava ad altri spettacoli ed in altri luoghi, perchè una sala da concerto o un teatro non è mai stata roba per lui).
Veltroni si prese tutto il merito del lavoro di altri, si trovò cioè l'Auditorium bell'e fatto, si potrebbe dire. Comunque fu all'altezza della situazione. Finite le inaugurazioni, di Veltroni nelle sale da concerto dell'Auditorium, neanche più l'ombra, negli anni a venire. Benchè le mani sull'Auditorium ce le mise eccome, mettendoci, lui e Bettini, Carlo Fuortes a dirigerlo. Per fortuna gli andò bene.Ora, a cominciare da domani, partono le celebrazioni del ventennale che si concluderanno a fine dicembre, precisamente il 21, anniversario della inaugurazione della sala Santa Cecilia, la più grande delle tre, con i suoi 2700 posti, la cui acustica, a differenza della capienza che ha sempre soddisfatto le casse dell'Accademia, non ha mai soddisfatto nessuno.
Abbiamo letto oggi le dichiarazioni degli attuali responsabili sia di Musica per Roma - che probabilmente dovranno sloggiare fra poco nel bel mezzo dei festeggiamenti anniversari ( anche se, a dire il vero sembrano essersi attutite le polemiche/accuse comunali nei loro riguardi) che di Santa Cecilia, principale 'affittuaria' del complesso, sulle iniziative per celebrare questo primo glorioso anniversario che se ha fatto nascere un nuovo polo di attrazione culturale ( ma anche di altro, come fiere anche di prodotti tipici) rendendo soddisfatti i suoi amministratori negli anni (primo fra tutti Carlo Fuortes) altri ha scontentato, a cominciare dall'Accademia Filarmonica che si è vista sfilare tanto pubblico del suo Teatro Olimpico, troppo vicino all'Auditorium per non venirne fagocitato.
A reggere l'Accademia in quell'anno ci fu Luciano Berio che ebbe anche la responsabilità della inaugurazione, con lite furibonda, della sala grande, il 21 dicembre dello stesso anno, affidata alla direzione di Chung, ma non alle sue scelte, contestate dal compositore.
Berio pian piano diradò la sua ingombrante presenza all'Auditorium, a causa della grave malattia che lo condurrà dritto alla morte, pochi mesi dopo l'inaugurazione della sala Grande. Scomparve, infatti, a maggio del 2003, non senza essersi prima reso responsabile di una doppia discrepanza di vedute prima con il pubblico, che non condivideva in toto le sue scelte, e poi con l'ambiente musicale romano che gli rimproverò il suo divieto di impiantare nella sala grande un organo - come in qualunque grande auditorium nel resto del mondo - nonostante che anche Renzo Piano avesse fatto una variazione al suo progetto iniziale per individuare il sito in cui collocarlo.
A tal proposito, resta scolpito indelebilmente nella memoria, la ragione di tale diniego: l'organo ha il suo posto in chiesa.- che certamente non fa onore ad un musicista, e che anzi ne disonora la fama. L'organo era, per lui che discendeva da famiglia anche di organisti, uno strumento da chiesa. Una disavventura per un musicista di fama mondiale.
Tutte quelle passate avventure, comprese quelle legate alle inaugurazioni dell'Auditorium, le abbiamo raccontate nella nostra biografia di Tony Pappano, edita nel 2007 presso le edizioni Skira; e la storia dell'organo vietato, dettagliatamente, in un numero del bimestrale Music@ , edito dal Conservatorio dell'Aquila che fondammo e dirigemmo per un settennato, per la cura di un giovane studente di organo del Conservatorio, in veste di scrupoloso ed attento giornalista.
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