La cultura cambia casa e la direttrice va dal cuore del centro al distretto fieristico, individuato dall’amministrazione come nuovo polo a 360 gradi, dallo sport alla scienza, fino al teatro. L’obiettivo è duplice: dare ai cittadini spazi all’altezza di una città che vuole fare un salto di qualità, come un teatro rimesso a nuovo in grado di spalleggiare i rivali europei, riqualificando allo stesso tempo gli spazi urbani. Quelli che da tempo necessitano di interventi per sistemare situazioni difficili, come piazza Verdi, e quelli con potenzialità dove ora è tutto in costruzione, come la Fiera. Nel primo caso, i cantieri partiranno già a giugno, con una prima fase delicata che riguarderà la rimozione della Torre dell’acqua. In questo passaggio l’intervento necessiterà di condizioni di sicurezza particolari e l’area sarà adibita soltanto ai lavori. Poi, a partire dall’autunno, quando gli scatoloni del Comunale saranno stati trasportati fuori dalle mura, si punterà a trasformare il cantiere in qualcosa di funzionale, magari con installazioni o attrazioni.
La sede storica della fondazione lirico-sinfonica sarà così al centro del progetto di restyling dell’architetto Luigi Orioli, vincitore del bando sancito nel 2019, che prevede una serie di lavori, dalla creazione di un piano interrato per ristrutturare gli impianti all’ampliamento di via del Guasto, con un altro ingresso (nella foto sopra, a destra), una biglietteria, un bistrot, uffici, e la tanto agognata sala prove. Oltre a una seconda terrazza e una scalinata come affaccio sui giardini (sopra, a sinistra). A seguire l’evoluzione dell’iter sarà un gruppo temporaneo, ‘Open project’, in sostituzione di Orioli.
In Fiera, invece, sorgerà un nuovo "pala-tenda", una sorta di tensostruttura pronta a ospitare tutta la programmazione del Comunale per quattro anni. L’area individuata è quella di piazza della Costituzione, a un passo dal padiglione dell’Esprit Nouveau di Le Corbusier. Ma la volontà non è solo quella di allargare la platea del teatro, grazie a una maggiore accessibilità (basti pensare ai parcheggi), e ospitare la cultura fino al 2026: nella mente del sindaco c’è la missione di emulare quanto fatto con DumBo allo Scalo del Ravone, arrivando a mantenere una struttura importante per Bologna anche dopo la fine dei lavori in piazza Verdi. Alimentando, cioè, quell’idea di un polo fondamentale intorno alla fiera.
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