Chiediamo che si faccia chiarezza e che non ci si fermi qui». A dirlo è Gianluca Ruggeri, dal 2009 allo scorso anno docente al Conservatorio di Santa Cecilia di strumenti a percussione. E ora insegnante all'Aquila. «Impossibile continuare in quel clima e in quella situazione. Dopo ricorsi al Tar, interrogazioni parlamentari, ispezioni di Guardia di Finanza, Corte dei Conti e Ministero, finalmente, proprio oggi, il 25 aprile, la Liberazione». Il malcontento che circolava da anni si è formalizzato: è stato commissariato il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. A prendere la decisione - la notizia è stata anticipata da Panorama.it - è stata la ministra dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa. Il decreto di commissariamento sarebbe ora all'esame degli organi controllo. In base al provvedimento, il presidente Antonio Marcellino e il direttore Roberto Giuliani verrebbero rimossi e sospesa l'erogazione delle indennità a partire dalla data di insediamento dei commissari, che sono per le due cariche rispettivamente Marco Villani e Paolo Rotili.
«La notizia del Commissariamento del Conservatorio Santa Cecilia testimonia l'inadeguatezza, l'incapacità e l'oscurità dell'amministrazione del direttore Giuliani e del presidente Marcellino», spiega in una nota Emanuele Cecconi, coordinatore di Sipa (Studenti insieme per l'Arte) Sindacato degli studenti del Conservatorio Santa Cecilia, «Non si può che esprimere soddisfazione e augurare buon lavoro ai due nuovi commissari per ridare lustro alla nostra istituzione. Desidero ringraziare i compagni del sindacato Sipa, di cui ho l'onore di essere coordinatore, per la battaglia combattuta, finalmente e meritatamente vinta. Ora a disposizione dei commissari per aiutare nell'opera di risanamento. Il più bel modo di festeggiare questo 25 aprile».
Alla base del provvedimento, ci sarebbero criticità gestionali sia nell'ambito amministrativo-finanziario che in quello didattico, con improprio utilizzo delle risorse economiche e procedimenti disciplinari avviati dal direttore in situazione di potenziale conflitto di interessi. «Ci sono atti istruttori molto precisi», continua Ruggeri, che è stato sentito in seguito all'ispezione «perché facevo parte del vecchio consiglio accademico ed ero tra i firmatari della richiesta d'indagine e ho partecipato a incontri con la ministra Messa. Ora aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso».
Il malcontento era generalizzato: critiche sulla gestione verticistica della direzione, racconti di ritorsioni contro chi osava opporsi. Un ragazzo, si racconta, sarebbe stato vessato perché avrebbe scritto su Facebook le sue opinioni. Contestato anche il progetto didattico, volto alla creazione di professori, più che di musicisti. Uso improprio di fondi. Presunte irregolarità sull'attribuzione di ore di insegnamento aggiuntive e di compensi. Richiesta di verifiche sull'utilizzo del badge. Una complessità di presunte irregolarità che avrebbero compromesso la didattica.
Tutto è cominciato con un gruppo di insegnanti che ha chiesto un controllo. La procedura di elezioni del consiglio accademico venne contestata già dal 2020. Ma subito dopo il ricorso al Consiglio di Stato, i firmatari vennero messi all'indice. Passo successivo fu la mancata elezione della consulta degli studenti. Quindi i primi interventi degli onorevoli Fiano e Fassina e della senatrice Ricchiuti.
L'atto arriva dopo innumerevoli denunce e segnalazioni. «E ora», conclude Ruggeri, «finalmente la ministra ha deciso di procedere».
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