A 58 giorni dall'aggressione russa sono ancora le sorti di Mariupol a essere al centro dell'attenzione. Per ora nessun attacco diretto all’acciaieria Azovstal. Vladimir Putin dichiara tuttavia che la città di Mariupol è ormai in mani russe, ma l’impianto dove si trovano asserragliati almeno duemila uomini va solo accerchiato e, al momento, non colpito. Deve essere circondato al punto tale che «neanche una mosca possa passare», tuona lo zar. E questo perché con il territorio intorno all’acciaieria “cristallizzato”, il Cremlino può dichiarare una rapida vittoria sul resto della città e liberare militari e armi da impiegare nelle campagne che sta lanciando altrove, nel Donbass e nelle città del sud-est del Paese.
La presa della città è stata annunciata da Mosca nella mattinata di ieri e, come sta accadendo per qualsiasi cosa in questa guerra, sono arrivate repliche e smentite. «Non possono prendere fisicamente Azvostal - ha dichiarato il consigliere presidenziale ucraino Oleksiy Arestovych - e questo lo hanno capito chiaramente. Hanno subito enormi perdite in quella zona.
La nostra resistenza continua a tenere duro». Stessa reazione dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e anche dal presidente Usa Joe Biden, che non hanno confermato la conquista di Mariupol da parte dei russi. «È solo uno show», ha dichiarato Biden.
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