Ieri sera nella televisione di Stato russa il commentatore filo putiniano Vladimir Solovyov, il più famoso e influente anchorman russo che diffonde la propaganda del presidente, ha rilanciato ancora una volta minacce contro l'Occidente, sostenendo che il Cremlino potrebbe usare armi nucleari.
"A proposito dell'uso delle armi nucleari, lasciate che vi ricordi l'espressione usata dal nostro comandante in capo supremo: ‘Di cosa abbiamo bisogno in un mondo in cui non c'è la Russia?' Quindi, se qualcuno pensa che stiamo bluffando, dovrebbe prestare attenzione al comportamento del nostro comandante in capo supremo. Non bluffa mai", ha dichiarato Vladimir Solovyov.
Pochi giorni fa, sempre in tv, aveva fatto capire che una volta chiusa l'invasione in Ucraina, che Solovyov chiama "operazione miliare" ci sarebbero state nuove guerre che avrebbero coinvolto i Paesi della Nato: "Quando questa operazione sarà finita, la Nato deve chiedersi se avrà abbastanza mezzi e uomini per difendersi. Non ci sarà pietà. Non solo l'Ucraina ha bisogno di essere denazificata. La guerra contro l'Europa e il mondo sta assumendo contorni sempre più concreti, il che significa che dobbiamo agire in modo diverso e più duro". Non era il primo avvertimento contro l’Europa: "Con tutte le sanzioni che ci stanno dando perché dovremmo fermarci all’Ucraina", aveva detto in un altro discorso in tv.
Il presentatore Vladimir Solovyov, 58 anni, è tra gli oligarchi russi colpiti dalle sanzioni occidentali e tra i personaggi televisivi più seguiti di Mosca. All'inizio di aprile qualcuno ha tentato di dare fuoco alla sua villa di Menaggio, sul lago di Como, già sequestrata dalla Guardia di finanza italiana proprio per via delle sanzioni.
Considerato amico di Vladimir Putin, è noto per essere il conduttore di vari programmi sul canale russo Rossija, come ‘Prime time', ‘Evening With Vladimir Solovyov', ‘Sunday Night with Vladimir Solovyev'. In un intervento tv del 4 aprile il presentatore aveva anche definito il massacro di Bucha un'invenzione dell’intelligence straniera, sostenendo che la macchina della propaganda contro Putin avesse scelto proprio quella località perché ha un nome che assomiglia alla parola ‘butcher’ che in inglese significa ‘macellaio’, che è proprio l'epiteto che il presidente americano Joe Biden alla fine di marzo, durante l'incontro con i rifugiati ucraini a Varsavia, ha rivolto a Vladimir Putin.
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