Era arrivato da meno di tre mesi al vertice di ITsArt, la piattaforma digitale creata dal ministero della Cultura e realizzata da Cassa depositi e prestiti e Chili. Ma poco prima di Natale l’amministratore delegato e content director Guido Casali ha deciso di lasciare quella che è già stata ribattezzata «la Netflix della Cultura». Secondo l’Ansa Casali, «indicato da Cdp, socio di maggioranza di ITsART al 51%», se ne sarebbe andato «per divergenze sulle strategie di sviluppo della piattaforma». Versione smentita da ItsArt: «L’elaborazione delle strategie per lo sviluppo della Piattaforma spettavano allo stesso Casali, il quale si è quindi dimesso per decisione personale».
Lanciata a maggio in Italia e Gran Bretagna e a novembre nel resto d’Europa, da appena nata, ITsArt si è già segnalata per la qualità dei contenuti. Dal concerto con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal Maestro Antonio Pappano, al racconto musicale dalla Villa di Poppea a cura del Parco Archeologico di Pompei. Dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea come palcoscenico per la musica di Gavino Murgia, al Balletto Madina dalla Scala di Milano con Roberto Bolle. Dal concerto di Paolo Conte dalla Reggia della Venaria di Torino, a quello di Claudio Baglioni dal Teatro dell’Opera, fino all’omaggio a Ennio Morricone dall’Anfiteatro di Pompei.
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