mercoledì 19 gennaio 2022

Accade in Italia. Lo Stato paga ( reddito di cittadinanza) lavoratori in nero che producono per note griffes

 La borsa in pelle confezionata in un anonimo seminterrato in provincia di Napoli è esposta nelle vetrine del negozio Fendi di Largo Goldoni a Roma, il cuore dello shopping capitale. È una minibag con chiusura a coulisse da 1.200 euro. C’è l’inconfondibile doppia F con i toni del marrone del marchio nato a Roma (e ora parte del gruppo Lvmh leader mondiale nel settore del lusso) stampata sulla pelle di vitello. 

Poco prima di entrare in una azienda a Grumo Nevano - accompagnati dai carabinieri - gli operai stavano incollando proprio alcune di queste F e assemblando la preziosa tracolla. La Gi Emme moda, infatti, confeziona per il grande marchio del lusso (e non solo, ha come clienti anche The Bridge, Marni, Lancel) solo alcuni componenti. Lavora in subappalto, con contratto regolare. Ma quel subappalto a prezzi stracciati è stato possibile perché parte della manodopera percepisce il Reddito di cittadinanza e lavora in nero. In pratica, è come se una percentuale di quella produzione la pagasse lo Stato italiano... 

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