domenica 23 gennaio 2022

Amorosi applausi per Piovani al suo debutto nella lirica, a Trieste

  Una fiaba dal meccanismo antico dello scambio di ruoli - lui diventa una lei e lei una lui - trasposta nel mondo contemporaneo, ambientata in una scenografia di grattacieli e di un gigantesco albero, con una musica di buon livello dalla vena costante del Maestro Nicola Piovani, che cita i grandi compositori italiani, e saltella dal tango al jazz, al blues. Molto adatta anche a una produzione cinematografica. E' 'Amorosa presenza', la prima opera lirica di Piovani, sul podio a dirigere.

 L'opera, in due atti,  su libretto di Nicola Piovani e Aisha Cerami, ispirato dall'omonimo romanzo di Vincenzo Cerami, padre di Aisha, ha debuttato al Teatro Verdi di Trieste in prima mondiale assoluta. Regia  di Chiara Muti, figlia di Riccardo.

Un ragazzo, Orazio, e una ragazza, Serena, innamorati l'uno dell'altra ma troppo timidi, si travestono rispettivamente in donna e uomo per trovare il coraggio di conoscersi, affrontarsi. Lo scambio dei ruoli è un meccanismo apparentemente semplice, comunque efficace e di raffinata intelligenza nel teatro antico come in quello scespiriano. Decontestualizzato e catapultato negli anni contemporanei non diventa fiaba, ma una scatola degli attrezzi narrativi che ha fatto un viaggio nel tempo.

 

Bravi i cantanti: il tenore giapponese Motoharu Takei (Orazio), che ha sostituito in corsa Tommaso Testo, la soprano Maria Rita Combattelli (Serena); il mezzosoprano Aloisa Aisemberg (Tata), il baritono William Hernandez (Tutore) e il basso Cristian Saitta (l'Albero). Scene di Leila Fteita; luci di Vincent Longuemare.

Lunghi applausi al termine. Si replica fino al 29 gennaio. (ANSA).


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