È il senso di responsabilità che lo ha spinto ad accettare nonostante molte volte avesse spiegato il suo no alla rielezione. E così, dopo aver ricevuto i presidenti di Camera e Senato che in serata gli hanno consegnato i risultati della votazione, Mattarella ha deciso di parlare direttamente ai cittadini. «Desidero ringraziare i parlamentari e delegati regionali per la fiducia», dice innanzitutto ma poi spiega le ragioni del suo ripensamento che sono state dettate dalla gravità dell’emergenza sanitaria e dal senso del dovere. «I giorni difficili trascorsi per l’elezione nel corso della grave emergenza che stiamo attraversando sul fronte sanitario, economico e sociale richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri e devono prevalere su altre considerazioni e prospettive personali differenti. Con l’impegno di interpretare attese e speranze dei cittadini»
Dunque, «il Parlamento è sovrano» così come lo è l’imperativo del senso del dovere in tempi difficili. Tempi complicati dal caos dei giorni in cui si tentava l’elezione presidenziale che ha rischiato di logorare del tutto la maggioranza di Governo. Tant'è che lo stesso Draghi, in mattinata, ha chiesto al capo dello Stato di restare. A pesare, però, nella decisione di Mattarella è stata soprattutto la scelta dei 1009 grandi elettori che ha modificato i suoi nuovi programmi di vita. Una spinta che è cresciuta con i giorni e che ieri è arrivata a 759 schede, secondo per preferenze solo a Pertini mentre il bis di Napolitano ne ebbe 738.
Ma la giornata di ieri vale la pena raccontarla con qualche dettaglio. La mattinata era cominciata al Quirinale con il giuramento del giudice costituzionale Patroni Griffi, ed erano presenti anche Draghi, Giuliano Amato e Franco Frattini. Insomma, tutti i protagonisti principali del “film-Quirinale” che era, ormai, vicino al finale. Raccontano di un colloquio tra Mattarella e il premier, un faccia a faccia fitto da cui si desume il ruolo che Draghi ha avuto nella sua rielezione. In realtà, sembra che uno dei primi a telefonare al presidente per informarlo che la scelta del centro-destra stava andando su di lui, sia stato Silvio Berlusconi. Poi sono arrivate le dichiarazioni di Salvini e si è capito che i leader di maggioranza erano approdati sull'opzione del bis. È da lì che Mattarella, insieme con i suoi consiglieri, ha iniziato a costruire il percorso che lo avrebbe portato ad accettare e quindi a ripensare al suo “no”. E in primo luogo, seguendo sempre la bussola della centralità del Parlamento, ha deciso di ricevere nel pomeriggio, prima della ottava e decisiva votazione, i capigruppo di tutti i partiti (non i segretari di partito), per farsi spiegare le ragioni per le quali si era arrivati al suo nome con un nuovo strappo costituzionale. Non erano presenti gli esponenti di Fratelli d'Italia, come si sa Giorgia Meloni è contraria alla rielezione del capo dello Stato, però c’erano i Governatori di destra Marsilio e Acquaroli insieme a tutti gli altri presidenti di Regione. Dunque su quel fronte, più istituzionale, non ci sono state assenze. E non è un caso che ci fossero anche loro, prima linea di un’emergenza che come ha spiegato Mattarella ha influito sulla sua scelta.
Anche alla luce di queste considerazioni, il suo sarà un mandato pieno. Nel senso che non si possono ipotizzare termini o scadenze che sono inaccettabili tanto sono fuori dal dettato costituzionale. Ora si aspetta giovedì, giorno del giuramento e del discorso alle Camere riunite. Saranno presenti tutti i 1009 grandi elettori, che verranno tamponati in mattinata, prima di ascoltare l'intervento del presidente bis. E chi lo conosce scommette che non sarà sferzante come fu Napolitano. Ma piuttosto rimetterà al centro un’istituzione per lui cruciale nella vita democratica di un Paese.
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